“Ancora una volta le scelte dell’ amministrazione comunale e della maggioranza hanno decretato il successo dell’iniziativa. Migliaia di persone si sono riversate sulle strade cittadine […] con la soddisfazione delle attività commerciali […]. Pensiamo a risolvere i problemi e ne stiamo risolvendo tanti ma pensiamo anche ad offrire momenti di svago e di solidarietà “. Ammettiamo candidamente che questa volta l’incipit del nostro nuovo articolo non presenta i segni dell’ originalità, essendoci lasciati ispirare dal comunicato firmato dall’ Amministrazione Comunale e comparso on-line solo pochi giorni or sono. Comunicato nel quale la maggioranza celebrava la presunta buona riuscita di un evento senz’ altro particolarmente atteso quale la notte rosa. E fin qui, si potrebbe dire, nulla di nuovo sotto al sole, con gli ormai consolidati toni trionfalistici che accompagnano fedelmente le iniziative avallate, programmate o anche solo, talvolta, patrocinate dalla squadra di governo. Ma pur volendo asserire, con il dovuto beneficio del dubbio, che le notti ad Acri siano davvero tinte di rosa, ci chiediamo altresì quale colore possa essere scelto tra i tanti per meglio evidenziare l’avvicendarsi dei giorni. Sulla risposta, in quanto Innovatori della Politica, nutriamo ben pochi dubbi; i giorni dei cittadini acresi sono grigi, avvolti da una coltre densa di problemi irrisolti e disservizi ormai cronici ai quali, magari, gli Amministratori pensano pure, ma senza aver fornito ad oggi soluzioni concrete, tanto è vero che talune criticità sono diventate da almeno sette anni ( qualcuna anche da più tempo a dire il vero) fedeli compagne di viaggio di ognuno di noi. Il catalogo delle inefficienze si è ormai impresso nelle nostre menti in maniera indelebile, avendo opportunità di ripeterlo e ribadirlo, confermarlo e ricordarlo praticamente in ogni occasione. Elenco che spazia dalla sempre più preoccupante situazione del presidio ospedaliero cittadino all’ atavica carenza dei servizi elementari, condizione che ha riportato indietro la lancetta del tempo di ben oltre cinquanta anni. Acri si presenta, per l’ ennesima volta, impreparata ad accogliere i potenziali turisti che, ipoteticamente, volessero sceglierla come ameno luogo di riposo. Appare faticoso individuare chi potrebbe mai essere attratto, effettivamente, da una Città nella quale si verificano ciclicamente casi, tutt’altro che isolati, di perdurante mancanza idrica, in cui l’illuminazione pubblica funziona a giorni alterni, in cui la viabilità, malgrado interventi a macchia di leopardo, risulta oggettivamente deficitaria, se non addirittura disastrata in vaste porzioni del territorio. Ed ancora, una Città nella quale le erbacce hanno ormai preso il sopravvento, in cui il problema del randagismo sta assumendo sempre più i connotati di una vera e propria emergenza, in cui ci si illude che il termine permanente, accostato al presidio dei Vigili del Fuoco, possa assumere una valenza temporale più ampia degli effettivi mesi ai quali, invece, si riferisce, in cui si attende inutilmente la realizzazione di piattaforme per l’elisoccorso, la cui installazione sarebbe, dati alla mano, non più differibile. Una Città che ha perso strada facendo la sua potenziale straordinaria vocazione turistico-religiosa ( o forse, a ben vedere, non l’ha mai pienamente espressa) ed in cui anche il turismo, per cosi dire, sportivo si scontra con l’inadeguatezza delle strutture che rende impossibile per le società, specie professionistiche, programmare ritiri e raduni pre-campionato nelle nostre realtà. Ennesima occasione persa.
In compenso, tanto per rimanere ancorati all’ambito sportivo, in concomitanza con l’avvio dei giochi della XXXIII Olimpiade dell’ era moderna, si stanno affermando alcune specialità che potrebbero, magari, un giorno divenire nuove discipline e fra cui annoveriamo la staffetta con la fascia ed il taglio del nastro, in conseguenza dell’ inaugurazione di opere pubbliche di più o meno dubbia utilità, quali a mo’ di esempio un campo da padel presentato a San Giacomo e, a quanto pare, ancora neppure fruibile. Ironia della sorte, in un momento storico nel quale il tennis italiano sta vivendo una rinascita senza precedenti, ad Acri si è deciso di abbandonare a sé stessi gli impianti già presenti sul territorio deputati alla pratica di tale nobile sport. E sarebbe troppo facile, se non addirittura scontato, affermare ironicamente che siamo caduti dalla padel...la alla brace, e quindi, in luogo di battute di dubbio gusto, per migliorare il tono del nostro umore ci affidiamo alla consapevolezza che da agosto l’estate ad Acri sarà finalmente “Serena” e che in concomitanza avverrà la riapertura dei Centri Estivi, con somma soddisfazione sia dei più grandi che dei più piccini.
In conclusione, sottolineiamo come, a stretto giro di posta, la notte ad Acri cambierà tonalità divenendo d’improvviso bianca. Non è dato sapere se il bianco sia stato scelto in onore del colore del volto di quei cittadini che, fermi ad aspettare un ascensore in manutenzione perenne, siano sbiancati al pensiero dell’ ennesimo sperpero di denaro pubblico; vicenda che, di riflesso, contribuirà quantomeno a fare in modo che i giorni dei cittadini acresi saranno destinati, contestualmente, a virare in maniera inesorabile dal grigio al nero.
Buone, grigie, vacanze a tutti.