COMUNICATO STAMPA Letto 1637

L'ospedale non è merce di scambio elettorale


Foto © Acri In Rete



Il dibattito cittadino nelle ultime settimane ha acceso i riflettori sulla questione ospedale a causa dell’ulteriore depotenziamento previsto dal decreto commissariale n. 78 del 26 marzo u.s..
Dopo la manifestazione di piazza svoltasi in città, la protesta sotto la cittadella regionale e il consiglio comunale aperto del 11 aprile scorso, dopo alcuni comunicati stampa di questo o quel partito politico che come al solito hanno sbandierato in prossimità di elezioni, “ipotetici” miglioramenti  del nostro ospedale in termini di personale e servizi, ora è ritornato il nulla! Niente di concreto è successo ma, tutto si è fermato.
Come ha prontamente evidenziato nel suo intervento  il nostro rappresentante in assise Angelo G. Cofone, (intervento probabilmente  sfuggito a qualche addetto ai lavori che ha fatto di tutta l’erba un fascio), il consiglio comunale aperto non è stato certamente costruttivo, anzi! Un’assise aperta ai cittadini per dare voce all’indignazione di un’intera comunità contro l’ennesimo schiaffo al nostro ospedale,  si è ridotta ad un riprovevole teatrino dell’assurdo fatto di accuse reciproche da parte dei  vari gruppi politici. Per non parlare poi delle solite promesse, si farà, si dirà, il Commissario Occhiuto ha detto che, il Direttore generale Graziano ha promesso che farà - peraltro entrambi assenti ingiustificati. Insomma, un consiglio senza una linea comune, senza una conclusione concreta, senza niente di niente, seppure i cittadini nei loro interventi hanno manifestato tutto il loro disagio per la mancanza di un ospedale adeguato ai bisogni.  Unico impegno preso, una delega alla commissione consiliare permanente di redigere una proposta di modifica del decreto 78; purtroppo,  ancora la proposta non si sa se e quando si farà!
La scarsa presenza in sala è stata la riprova che i cittadini sono demoralizzati, demotivati, disillusi dalle tante promesse non mantenute e quasi abbandonati all’idea che ormai non ci sia più nulla da fare, che il destino dell’ospedale sia ormai segnato.
E come dargli torto!
Basta pensare al graduale impoverimento in termini di servizi, personale medico, posti letto e reparti subito negli ultimi 14 anni.
La maggioranza è stata sorda a lungo alle insistenze di Sinistra Italiana  e anche dei comitati e delle associazioni che chiedevano di fare qualcosa per rilanciare il nostro ospedale e solo di recente si è svegliata dal lungo torpore, chiamando in piazza i cittadini. Il grido di allarme andava lanciato prima, molto prima, quando era chiaro che le interlocuzioni istituzionali ed i ricorsi amministrativi non avrebbero portato a nulla.  Il risultato è quello che vediamo!
Nell’ultima assise comunale bisognava ritrovare unità, compattezza  in una battaglia comune da intraprendere per  far funzionare  l’esistente (per nulla scontato) e  per cercare di ottenere di più rispetto a quanto previsto nell’ultimo decreto commissariale. Purtroppo,   se il decreto rimane così  c’è un rischio serio che l’ospedale da qui a non molto possa diventare  definitivamente una scatola vuota. Altro che integrazione con   ospedale territoriale e altre novità scritte senza né copertura finanziaria, né tempi stabiliti, né chiarezza di cosa fare.
A conclusione del consiglio comunale aperto bisognava  uscire almeno con un documento chiaro, condiviso,  forte che protestasse per  lo sgarbo istituzionale riservato  dal Presidente della Regione Occhiuto alla città di Acri che non è stata né da lui ricevuta, né ha avuto una sua presenza istituzionale nel consiglio aperto, né una minima rivalutazione nel nostro ospedale nei vari decreti da lui emanati. 
Nel documento , da trasmettere magari anche ad organismi politici sovra regionali, occorreva chiedere con forza  un trattamento equanime rispetto agli altri ospedali di zona disagiata,  nonché  il rispetto del D.M. 70/2015 che prevede l’organizzazione minima degli ospedali di montagna. 
Niente di tutto ciò!
La realtà è che il Beato Angelo è ben lontano dagli standard prestazionali che abbiamo conosciuto negli anni passati e viene costantemente depotenziato.
Purtroppo  chi ad Acri è venuto e verrà anche per le Europee a raccogliere voti e anche chi è  solitamente portatore di voti, continua a vendere fumo, a far passare come miracoli  le normali prestazioni e servizi che per gli altri ospedali è una normale routine ! fare degli interventi in day surgery, erogare delle prestazioni, avere un pronto soccorso vivibile e forse anche un reparto medicina,  è quanto ci spetta di diritto, così come ci spetterebbe di diritto, perché previsto nelle funzioni del nostro ospedale, avere la possibilità di cura  che viene data ad altri ospedali e quindi ad altri cittadini. Tutto questo invece per Acri è diventato  ”il dono” che verrà elargito da chi governa,  forse se avremo la tessera giusta o sapremo attivare i canali giusti per meritarlo.
Sinistra Italiana sul problema Ospedale e diritto alla salute ha dato sempre la sua disponibilità a collaborare con chiunque voglia impegnarsi a garantire un rilancio del nostro ospedale. Riteniamo ,purtroppo,   che né le  reiterate promesse , ne il temporeggiare da parte della maggioranza nella redazione di una proposta condivisa  di modifica del DCA  78 - che ormai sarà  definita certamente "irricevibile" ,  potranno portare a nuova vita il nostro ospedale.
Oggi forse solo ritornando ad essere cittadini attivi e  partecipi, elettori consapevoli , protagonisti del dissenso,  potremmo riuscire a mantenere in vita il nostro ospedale.

PUBBLICATO 30/04/2024  |  © Riproduzione Riservata

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