Rischio ambientale in Serra Crista. La denuncia arriva da Teresa Liguori, Consigliere nazionale Italia Nostra e da Roberto Laprovitera Vice Presidente Regionale Italia Nostra. “Il termine, dato dalla Regione Calabria, scadeva il 20 gennaio 2024, ciò per presentare osservazioni ed obiezioni al progetto Parco eolico “Acri” in Serra Crista, nel Comune di Acri (CS), della ENEL GREEN POWER ITALIA s.r.l., 5 torri eoliche alte 200 ml cadauna ed una rete di elettrodotti per numerosi chilometri. E così ITALIA NOSTRA APS, – proseguono – fino al 21 dicembre rimasta all’oscuro di ciò a causa della mancata pubblicità da parte della Regione Calabria di quella istanza e di quel progetto, è scesa in campo: con osservazioni precise e puntuali; con una segnalazione all’ANAC e con una diffida alla Regione Calabria. Quanto alle osservazioni, sono state rilevate manifeste lacune istruttorie e di validità scientifica nello Studio di Impatto Ambientale predisposto dalla ENEL GREEN POWER ITALIA s.r.l. Fra le lacune istruttorie vi è la mancata percezione ed indicazione dell’impatto che l’impianto potrebbe arrecare su vastissime estensioni di Habitat prioritario 9530, Pinete (sub)mediterranee di pini neri endemici della sottospecie calabrica, (Allegato I della Direttiva Habitat ed Allegato A reg. attuativo italiano, il D.P.R. n. 357/1997), così come sull’Habitat 9260 Boschi di Castanea sativa, pure esso oggetto di tutela comunitaria. Taciuta poi da ENEL GREEN POWER ITALIA s.r.l., in violazione delle norme che impongono tale precisa indicazione, l’entità della alterazione ecosistemica che ne potrebbe derivare: almeno 13.000 alberi secolari da abbattere per la realizzazione delle piazzole degli aerogeneratori ed almeno altri 4.000 alberi secolari da deramificare o abbattere lungo la rete degli elettrodotti e/o la viabilità di accesso, da ampliare o da creare ex novo (stima per difetto di Italia Nostra basata sulla densità arborea dell’area), essendosi ENEL limitata a specificare il numero degli esemplari da abbattere per la sola specie di Castane sativa (11 alberi secolari di circa 300 anni di età ciascuno). Fra i profili di carenza di scientificità vi è la negata presenza di qualsivoglia specie di fauna, di avifauna e di fauna chirottera a rilevanza comunitaria, prioritaria e non, giacchè il redattore dello Studio di Impatto Ambientale non è stato in grado non solo di predisporre le prescritte mappe di sensibilità per l’avifauna e la fauna chirottera, ma perfino non è stato in grado di indicare nulla di specifico e circostanziato, come se in quell’amplissima area forestata da abbattere non vi fosse alcuna specie di animale o di uccello, tranne la presenza di un mero nido di scoiattolo, cosa che invece non è, essendo quell’area forestata luogo di vita o di transito di numerose specie di fauna ed avifauna a tutela prioritaria comunitaria. Fra le lacune più gravi, vi è la carenza di ogni valutazione degli effetti diretti, indiretti e cumulativi sui SIC o sulle Aree Protette ubicate nell’area vasta di riferimento dei 10 km da ciascun aerogeneratore (p.es. SIC Farnito di Corigliano Calabro, Lago di Tarsia, Foreste Rossanesi, Parco Nazionale della Sila), giacché non è stato fatto neanche lo screening di incidenza, proprio perché l’area vasta di riferimento è stata ridotta, illegittimamente, a quella compresa nel raggio di soli 500 ml, come se ognuno degli aerogeneratori da installare avesse altezza di 10 ml, anziché quella di 200 ml. Ecco il rischio ambientale che ne potrebbe derivare, se venisse rilasciata l’autorizzazione regionale, a causa non solo della deforestazione progettata, ma anche degli sbancamenti che ci saranno e del mutamento della conformazione dei luoghi e del sottosuolo che ne conseguirà, con annullamento del valore di naturalità e di biodiversità e alterazione degli equilibri in area già sottoposta a vincolo di tutela idrogeologica e forestale. Quanto alla segnalazione all’ANAC, Autorità Nazionale Anticorruzione, – riferisce Italia Nostra – è stata denunciata la violazione, da ben tre anni e da parte della Regione Calabria, di tutta la specifica normativa posta a garanzia della più ampia ed agevole conoscenza della informazione ambientale presso il pubblico ed il pubblico interessato. Infatti, è stata resa pubblica, e solo il 21 dicembre 2023, solamente una piccolissima parte della documentazione e degli elaborati presentati dalla ENEL GREEN POWER ITALIA s.p.a. alla Regione Calabria, rimasti invece, nella loro interezza, appannaggio esclusivo solo delle Amministrazioni pubbliche coinvolte, ciò attraverso il sistema dell’uso di link riservati e segreti. Quanto alla diffida, così testualmente: “ITALIA NOSTRA a.p.s. DIFFIDA il R.U.P., la S.T.V. tutta ed il Dirigente preposto alla conclusione del procedimento avviato dalla ENEL GREEN POWER ITALIA s.r.l. affinché esercitino (come non si ha alcun dubbio che ciò accada) le funzioni pubbliche amministrative di cui sono titolari secondo i canoni di legalità e di buona amministrazione e, quindi, per l’effetto affinché neghino il rilascio del parere V.Inc.A favorevole e del parere VIA favorevole e, quindi, rigettino l’istanza PAUR della ENEL GREEN POWER ITALIA s.r.l. o, in subordine, la dichiarino improcedibile e/o irricevibile.” Ciononostante, ITALIA NOSTRA APS. confida che la Regione Calabria sappia e possa esercitare le proprie funzioni amministrative in modo che tale rischio ambientale non abbia a verificarsi”.