RELIGIONE Letto 1015

Dio in assemblea dei contadini


Foto © Acri In Rete



Ogni giorno, in Paradiso, arrivano lamentele, sono dei contadini di …: “le stagioni non sono clementi”. Dio decide di scendere sulla Terra e controllare personalmente. Manda un suo Angelo a portare la notizia: “Martedì 7 Marzo il Signore sarà tra voi, porgete a Lui direttamente le vostre lamentele, vi ascolterà”. Tutti promettono presenza, il Sindaco è diversamente occupato e delega Giovanni: “Giovà, tu hai fatto tutte le guerre e te la cavi bene, vai tu e non dimenticare la fascia tricolore”. Il 7 mattina tutti i contadini sono davanti al bar: c’è chi fuma, c’è chi prende il caffè, c’è chi prende il goccetto e chi ascolta l’organetto che esegue “Campagnola bella”. Una nuvola molto densa si avvicina celermente, il Signore Dio esce dalla nube e prende posto sulla poltrona preparata, sul tavolo un vaso di primule, il silenzio è totale. Con grazia e luminoso sorriso Giovanni, cinto di fascia, si inchina e porge i convenevoli: “Signore, grazie di essere venuto, abbiamo reale bisogno della tua presenza”. “Sono qui per esaudire le vostre richieste, Esponi”. “Signore, viviamo in queste terre, le conosciamo e le coltiviamo, ma il nostro duro lavoro non copre i nostri bisogni”. “Che volete che faccia per voi? “Signore, c’è da correggere il tuo programma climatico: acqua giusta, la terra da coltivare non deve essere pantano maleodorante e nè troppo secca, si spacca. Devi moderare il vento che sradica gli alberi migliori, devi allontanare il sole, il suo calore spesso brucia le piantine. Devi riparare questi inconvenienti, noi avremo meno lamentele da farti pervenire”. “Sarà fatto tutto come hai chiesto, accordato, fate secondo le vostre competenze. Tornerò per vedere a metà stagione, sarò tra voi alla raccolta”. Il Signore torna alla fioritura: tutti gli alberi sono in fiore e gli orti bene avviati, Giovanni si avvicina e suggerisce: “Signore, riempi cuore e occhi di bellezza, certe cose le sappiamo meglio di Te”. “Grazie, già fatto e tutto ben capito, sarò presente alla raccolta”. “il Signore torna e trova i contadini sull’aia, sono depressi, sconsolati e preoccupati. Giovanni si avvicina e dice: “Signore, una vera disgrazia: le spighe sono vuote, pere e mele non hanno sapore e colore, l’uva è rimasta acerba, i fiori non hanno profumo”. “Tutta colpa vostra, avete fatto tutto voi, senza di me. Io sono vita e accanto a me fiorisce la vita, senza di Me anche il bene è senza vita: con Me la spiga ha il grano, l’orto i suoi frutti, i fiori il loro profumo, non arrogatevi il mio posto, lasciate fare a Me ciò che compete a Me. Con Me le spighe riempiono, pere e mele hanno colore e sapore, l’uva matura e i fiori spandono profumi. Vi amo sempre, anche quando andate fuori strada. Ai miei amici lettori di “Chilla banna”. Ho letto e riletto l’articolo che ha suscitato reazioni negative, non vi ho trovato niente di offensivo. Ne ho discusso in convento con il direttore responsabile di questa testata, Roberto Saporito che mi ha detto: “non hanno letto bene, non hanno capito”, io ho concluso, hanno usato occhiali scaduti. Ho letto e riletto le vostre reazioni, le ho capite, per colpa degli occhiali sbagliati non avete capito le mie conclusioni: Capita! NB nei miei articoli c’è un filo conduttore che porta al meglio, un simpatico americano notifica che il meglio è sempre in costruzione. Le reazioni incontrollate fermano da Putin, accanto a un katjusha con la miccia accesa. Termino con B. Pascal: “Signore, non farmi dimenticare di consultarti prima di rispondere alle provocazioni”. P. Petrone Leonardo

PUBBLICATO 05/03/2023  |  © Riproduzione Riservata

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