Ogni luogo del mondo è caratterizzato da leggende riguardanti esserini noti come: “piccolo popolo”, “buoni vicini”, “folletti” ecc.. Anche negli immensi boschi della Calabria abitano spiriti, fate, gnomi e, soprattutto, il famoso “Monachiellu”, un omino minuscolo vestito come un monaco e che preannuncia gli eventi agli umani in base al colore del suo cappuccio. Il cappuccio e i cappelli, non a caso sono un magico attributo di maghi, streghe e folletti, infatti, servono per proteggere e conservare l’energia spirituale e sono indossati nelle cerimonie sacre o durante i riti di passaggio. Proprio per questo motivo, il folletto che abita all’interno delle abitazioni delle montagne calabresi, si manifesta in momenti particolari per annunciare un cambiamento, un momento di evoluzione che può essere felice (se il cappuccio è rosso) o triste (se il cappucci è nero). Tuttavia, il monachiello può divenire, secondo la tradizione, un vero e proprio membro di famiglia, un folletto domestico che aiuta in casa, con il bestiame e che porta fortuna, infatti, si pensa che alcuni suoi scherzi innocui siano dei messaggi per giocare i numeri al lotto. Inoltre, c’è una versione del mito che vuole che coloro che lo scoprano nella propria abitazione, qualora avessero il coraggio di seguirlo, potrebbero diventare ricchi poiché il folletto gli regalerebbe oro, a tal proposito di chi si arricchisce improvvisamente si dice: “forse tena lu monachiellu intra casa”. In cambio della sua benevolenza, il monachiello non chiede molto, gli si possono offrire latte e miele, torte, focaccine d’avena, formaggi e qualsiasi leccornia presente in casa e, soprattutto chi possiede l’amicizia di un Monaciello, per nessun motivo deve svelarne l’esistenza e la presenza in casa ad estranei poiché il folletto si infurierebbe e nei migliori dei casi lascerebbe l’abitazione mentre tutti i doni ricevuti (materiali e non) svanirebbero, inoltre, prenderebbe a far dispetti più o meno gravi. Alcuni esempi: Potrebbe attorcigliare e annodare chiome di umani e animali, rompere piatti, far cadere i quadri, nascondere le cose e portare cattiva sorte. In tutte le tradizioni, gli esseri fatati sono estremamente benevoli ma nello stesso tempo, possono diventare pericolosi e ostili per motivi a noi incomprensibili, nota è la loro permalosità dovuta probabilmente a diverse concezioni di vita e soprattutto del bene e del male. Il monachiello è uno spirito protagonista in tutto il Sud Italia e particolarmente amato a Napoli dove sorgono delle strade a lui dedicate o vi sono abitazioni disabitate poiché infestate dalla sua presenza. Famoso è un aneddoto che riguarda uno studente di filosofia che prese in affitto per pochi soldi una casa che nessuno voleva abitare poiché apparteneva al “monaciellu”. Il ragazzo non si spaventava dei dispetti dello spiritello e continuava a trovare spiegazioni razionali agli accaduti, fino a che, esausto il monaciello gli si palesò anche questa volta lo studente pensò si trattasse di un sogno però, il folletto, riuscì ad estorcergli la promessa di non svelare a nessuno di averlo visto. Il giovane la mantenne e in cambio ricevette successo e ricchezza. Alcuni ritengono il monachiello uno spirito delle acque che si intrufola nelle abitazioni attraverso questo elemento, pare sia molto sensibile alla bellezza femminile e lo dimostri palpeggiando le belle donne e lasciandogli delle monete nascoste in angoli della casa, si pensa si tratti di denaro rubato a qualcuno per essere dato ad altre persone più meritevoli. Anche la scrittrice napoletana Matilde Serao scrisse a riguardo di questo folletto domestico, concentrandosi sulle sue origini e basandosi sulla storia di un amore impossibile del 1445 tra la ricca figlia di un mercante, Caterinella Frezza e il garzone Stefano Mariconda. I due amanti si incontravano segretamente di notte e il ragazzo percorreva i tetti di Napoli mettendo a rischio la sua vita per raggiungere Caterinella, una notte purtroppo vennero scoperti e Stefano fu gettato nel vuoto. Dall’unione, tuttavia, nacque in un convento un essere deforme che da subito fu vestito da monaco per ottenere la grazia dalla Madonna in merito alla sua guarigione. Ciò non avvenne mai e con la morte della madre si iniziò a Napoli ad attribuirgli ogni evento fortunato e ogni disgrazia, sparì misteriosamente ma, la Serao, riporta la notizia di un ritrovamento di alcune ossa all’interno di un fossato, probabilmente si trattava del nano che i parenti avevano deciso di assassinare. Infine, potrebbe essere utile paragonare il Monachiello ad un “cugino” irlandese: Il Brownie, anche quest’ultimo veste di marrone e aiuta in casa ma se dovesse adirarsi (e questo solitamente avviene qualora gli si offrano vestiti nuovi) può diventare veramente molesto. Insomma, Paese che vai…folletto che trovi, ci piacerebbe sapere se voi lettori abbiate avuto esperienze simili ma saremo comprensivi… non vorremmo attirarci l’ira di qualche spiritello!