Quando vediamo una donna, se corrisponde ai nostri canoni e gusti esplode spontaneo il bisogno di dire: “che bella”!
Quando Dio completò la sua opera della creazione né restò meravigliato e avvertì il bisogno di dire: “che bella”.
La bellezza fa sbocciare, anzi esplodere lode e ammirazione. Tutta la creazione nel suo insieme è bella e buona.
Nella creazione tutta non ci sono negatività, solamente bellezza e bontà; il sole al suo sorgere proclama: “E’ una meraviglia l’opera dell’Altissimo”.
Spesso il nostro occhio è stanco per abitudine, vede solo ciò che è visibile, mentre l’occhio stupito sa cogliere la bellezza secreta, quella che sfugge all’occhio superficiale, reso difettoso dalla stessa superficialità: la soave bellezza non viene messa a fuoco, la natura con i suoi ritmi, la vasta gamma dei colori sapori e profumi non sono raccolti dagli occhi stanchi: prevale indifferenza, è scarso l’interesse, è assente la concentrazione.
La bellezza ha un compito ben concepito: il compito di tracciare l’itinerario per arrivare a Colui che della bellezza è principio sorgivo.
Dio è bellezza pura e possiamo conoscerlo solamente attraverso Cristo, da Lui traspare l’immagine del Padre. Il mistico musulmano Rumì scrive: “l’universo è una giara piena fino all’orlo di bellezza e saggezza. La giara è scoppiata e ha reso la terra più splendente dei cieli… Dio ha parlato alla rosa e ha fatto sbocciare la sua bellezza, ha parlato al mio cuore e lo ha reso cento volte più bello…perciò vendi la tua intelligenza e compra meraviglia”.
San Giovanni della Croce amava meditare nel bosco, scrisse: “Dio è passato in fretta per questo bosco, il suo sguardo lo ha rivestito di bellezza”.
Kazantzakis: “parlami, o Dio, dissi al mandorlo, il mandorlo fiorì.
Il cammino è ben tracciato, si parte da una piccola goccia di bellezza e si va verso la sorgente nascosta, cammino lastricato di stupore che guida il tuo essere: mente, cuore, spirito e sensi.
Ma ti avverte: la bellezza è mistero di Dio e solo in Lui trova spiegazione. Platone la definisce “splendore della verità”. Per Leonardo è “armonia delle forme”.
Contrapposto al bello è il brutto che, però, non appartiene alla sfera divina. Il brutto è ciò che si oppone a Dio, è la strada sbagliata che porta lontano, è l’abisso cha attira l’incauto come la diatonea carnivora attira gli insetti.
Siamo ospiti di brutti tempi, viviamo in paesi brutti, alloggiamo in brutte case: abbiamo smarrito il meglio!
Chi ama veramente il bello ama veramente Dio, è credente praticante. Chi ha perso il gusto della bellezza è un assente ingiustificato.
Questo nostro mondo ha ingente bisogno di bellezza per non finire definitivamente nell’abisso spinto dalla disperazione, la bellezza, come pure verità e bontà, mette gioia nel cuore, quella gioia che non si lascia logorare dal tempo. Per gli antichi greci la bellezza era presenza di Dio, non presenza riposante, ma come irruzione e trasformazione. Se entriamo nella cattedrale di Chartres notiamo subito che la bellezza vi si vede, si tocca, vi si ascolta: affascina e avvicina al mistero di Dio e ti fa percepire il lieto messaggio”Dio non si stanca e mai si stancherà, tutto il male che pensi e fai incontra sempre l’amore di Dio per te che mai si nasconde”.
Andiamo dal grande maestro della bellezza Agostino, prima ci ripete il Vangelo ”possiamo amare Dio, perché Lui ci ama per primo”. Solamente per mezzo dell’amore diventiamo belli anche noi. Il consiglio:”elevarsi dalla bellezza del mondo, alla bellezza luminosa di Dio, se non ci arrivi…acchiappi nuvole”.
“Chi è questo Dio così amabile? E’ l’Onnipotente, fa sentire la sua voce nell’uragano e nella brezza. Dammi la forza di cercarti. Davanti a Te sta la mia forza e la mia debolezza, conserva la prima e guarisci la seconda. Davanti a Te sta la mia scienza e la mia ignoranza: dove mi hai aperto ricevimi, dove mi hai chiuso, aprimi quando busso”.
Georges Cristoph afferma: “La più interessante superficie del mondo è un bel volto umano”.
Il volto è il veicolo maggiore della comunicazione, è una montagna di messaggi nascosti”, Michelangelo sintetizza: ”l’anima si affaccia dai nostri occhi”.
Gli innamorati, esaurite le parole, si guardano negli occhi in silenzio, l’incrocio degli sguardi è più eloquente delle labbra. Col volto parliamo a tutti e non c’è barriera di sordità o di linguaggio che impedisca al volto di parlare e parla sempre chiaro.
Adamo ha aperto un occhio, ha visto alberi; li ha aperti tutti e due, ha visto Eva.
La bellezza conquista e proietta oltre il visibile, oltre l’azzurro del cielo e i colori dell’autunno. In ebraico bello fa “Tov” e significa “ciò che nutre il desiderio e lancia un ponte che porta a Dio”.
Per i Greci “kalos”, è bello ciò che è amabile: chiama – attira – viene incontro. La bellezza deve essere “Una – Vera – Buona” e quando la si guarda deve produrre “estasi”, ci trasporta fuori di noi. La bellezza non si ostenta, si testimonia.
E’ questa testimonianza che amalgama bontà, verità, unicità. Allora bellezza diventa potente calamita: attira – infiamma – innamora.
Tratta bene il tuo corpo, in modo che la tua anima abbia voglia di abitarlo. Prendi cura di Te, è il favore che fai a Te stesso. Le onde che si sprigionano da Te emanano aura positiva, ne beneficerà chi ti sta vicino.
E mai dimenticare il parere dell’Abbè Pierre: “il sorriso costa meno dell’elettricità, ma fa altrettanta luce”.
Praticamente il sorriso è sempre luminoso ed esprime aria giovane. Se ricorri a Confucio ti insegnerà a sorridere a Te stesso.
Sorrisi e buone parole comunicano corrente incoraggiante.
Esperimento americano: l’Università ha delimitato due quadrati di terreno: stesso terreno, stesso concime, stesso sole, stesso giorno stessa semina, due gruppi di 5 studenti.
Il primo gruppo ogni mattina si ferma davanti al primo quadrato e parla in negativo “quando ti decidi a mettere la testa fuori, sai solo dormire, sei seme scaduto e senza vita”. Il secondo gruppo davanti al suo quadrato deve sorridere e parlare in positivo “bello mio, oggi c’è sole meraviglioso, metti la testa fuori e godi il calore, ci terremo compagnia, affretta il passo, vieni a respirare primavera”.
Risultato: i semi lodati germinarono con due giorni di anticipo, stelo molto verde e robusto, il contrario degli altri semi.
La bellezza è corrente incoraggiante.