Tra le pochissime certezze che il periodo storico attuale si sta portando appresso, almeno per quello che concerne la nostra realtà territoriale, rientra senza dubbio alcuno l’ inconfutabile considerazione secondo la quale siamo alle prese con una lenta, inarrestabile e deleteria regressione, che non risparmia nessun ambito, men che meno quello politico.
Accartocciata su sé stessa, fagocitata dal vuoto pneumatico venutosi a creare attorno, la politica amministrativa locale si è ritrovata incapace di soddisfare le esigenze, quantunque spesso elementari, della cittadinanza.
A titolo puramente esemplificativo e dimostrativo, ci si potrebbe concentrare su atti che animano la nostra quotidianità: aprire i rubinetti delle abitazioni, sperando che in primis fluisca acqua corrente, e che sia, poi, magari possibilmente limpida e non torbida; percorrere tratti di strada delle nostre arterie principali e periferiche, incubo di tutti gli ammortizzatori, ed emblema dell’ incuria e dell’abbandono in cui versano ampie porzioni di comprensorio.
O semplicemente, affacciarsi dalle finestre della propria abitazione per ammirare lo spettacolo desolante che appare ai nostri occhi: il buio quasi completo che ci avvolge.
L’ immobilismo amministrativo di chi ci governa rende gravoso persino il compito di avanzare proposte e critiche costruttive.
Il programma elettorale con cui il Sindaco Capalbo si è presentato alla cittadinanza potrà serenamente ritornare utile fra pochi mesi, dal momento che nulla o quasi è stato realizzato.
Persino tutto ciò che frettolosamente qualcuno annovera quale risultato raggiunto da questa Amministrazione, ad un’analisi più profonda si manifesta come il frutto di progetti e finanziamenti che niente hanno a che spartire con l’operato della squadra guidata da Capalbo, a partire dall’ edilizia scolastica fino ad arrivare alla presentazione del Palazzetto dello Sport, un’opera ad oggi incompleta e non fruibile nell’ immediato per una serie di ragioni, non ultima il completo blocco delle attività sportive di base deciso dal Governo nazionale.
Malgrado il periodo tutt’ altro che favorevole, comunque, l’occasione della presentazione di quella che rischia di diventare a tutti gli effetti una vera e propria cattedrale nel deserto, ha significato per Capalbo e per il suo parterre di invitati selezionati una nuova possibilità di alimentare le fiamme del sacro fuoco della perenne campagna elettorale in ottica dei prossimi, recenti, appuntamenti con le urne.
D’altronde, quando si parla di deserto accostandolo alla nostra Città, vengono in mente le immagini di una realtà ormai svuotata, preda di un processo di spopolamento senza precedenti. In questo territorio ormai tristemente famoso per la penuria di Consigli Comunali, nonché testimone di turnover assessorili così spinti da rendere impossibile orchestrare organicamente una seppur minima parvenza di lungimirante programmazione, sarebbe opportuno cercare di capire cosa abbia realmente prodotto la Giunta messa in piedi da Capalbo, tentando di comprendere, ad esempio, i risultati raggiunti dall'Assessore con delega nelle seguenti materie: ‘‘Servizi Sociali, Sport e Spettacolo, Volontariato, Politiche Giovanili, Opportunità” in questi mesi; oltre al nulla assodato, cosa è stato fattivamente programmato?
Così come pure vorremmo sapere dall’ Assessore con delega nelle seguenti materie: ‘‘Programmazione, Fondi Comunitari, Attività Produttive, Bilancio, Tributi e Patrimonio” quanti fondi europei siano stati concretamente intercettati e per quali tangibili opere da realizzare, magari, nel breve periodo, e se reputi congrui i tributi richiesti ai cittadini a fronte di servizi sovente carenti.
Chiediamo all’Assessore con delega nelle seguenti materie: “Ambiente, Igiene, Randagismo, Personale, Affari Legali e Generali, Formazione Professionale” come sia stato affrontato e risolto il sentito fenomeno del randagismo, stante la frequente presenza di branchi di cani che rendono impossibile anche una serena passeggiata e quali iniziative ci siano eventualmente in cantiere, soprattutto in considerazione del fatto che il canile comunale, promesso da Capalbo nero su bianco, ad oggi è rimasto solo un altro obiettivo irrealizzato.
Domandiamo infine all’Assessore ai lavori pubblici se si possa ritenere soddisfatto di quanto realizzato, con una viabilità quantomeno discutibile, satura di buche e con alcuni tratti di strada completamente al buio.
D'altro canto, in questo quadro avvilente in cui la politica del nulla maramaldeggia, bisogna constatare amaramente come il nulla pervada anche la sfera della politica, mai come in questo momento storico lontana anni luce dalle aspettative della comunità.
La buona politica ad Acri è una specie ormai in via di estinzione, e lo spegnersi del dibattito e del confronto avvantaggia chi dal nulla trae linfa vitale per la propria sopravvivenza.
La mancanza di servizi essenziali e funzionali, oltre allo scadimento della qualità della discussione socio-politica, sta spingendo sempre più giovani acresi a scegliere la strada, seppur dolorosa, che conduce all'abbandono del luogo che li ha visti per la prima volta affacciarsi al mondo.
Tutto ciò sta proiettando la nostra Città pericolosamente indietro piuttosto che in avanti, in direzione appunto del nulla.
Parafrasando il titolo di una famosa pellicola dei fratelli Coen, “Non è un paese per vecchi”, la nostra Città rischia di non esserlo più nemmeno per i giovani.
A noi cittadini il compito di cogliere tutte le opportunità volte ad evitare che il futuro divenga un illustre sconosciuto.