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Covid19 e scuola. Ecco perché lunedì si ritorna tra i banchi


Foto © Acri In Rete



Dal prossimo lunedì, dunque, oltre mille studenti (su un totale di circa tremila) torneranno tra i banchi. Si tratta della popolazione scolastica dell’infanzia (aperta già da una settimana), della primaria e della secondaria di primo grado. Il Presidente facente funzioni della Calabria, Spirlì, con l’ordinanza nº 1 del 5 gennaio 2021, aveva sospeso la didattica in presenza nelle scuole superiori fino al 31 gennaio e nelle elementari e medie fino al 15 gennaio. A seguito di ricorso da parte di alcuni genitori, il Tribunale Amministrativo ha deciso di sospendere il provvedimento regionale nella parte relativa alle scuole medie e alle elementari. Il sindaco di Acri, Capalbo, non ha nessuna intenzione di emanare nuove e diverse ordinanze. Nei giorni scorsi, sulla sua pagina facebook ha scritto; “i dati del contagio sul nostro territorio, ad oggi, non sono tali da giustificare provvedimenti più restrittivi, in passato sono state assunte determinate restrizioni (con un numero di contagi inferiori a quelli attuali) perché una parte dei positivi riguardava la comunità scolastica. I paesi circostanti non sono paragonabili al nostro, in quanto hanno una popolazione ed una vastità territoriale inferiori. Il personale docente e non docente ha il dovere civico di sottoporsi agli esami del test, come tutte le categorie di lavoratori a contatto con persone.” E’ bene ricordare che i Sindaci non possono adottare, a pena di inefficacia, ordinanze contingibili e urgenti dirette a fronteggiare l’emergenza in contrasto con le misure statali. I provvedimenti adottati a livello locale, dunque, possono solo integrare la disciplina fissata a livello statale ma non possono derogare alla stessa, pena la loro inefficacia. Eventuali interventi restrittivi rispetto alla normativa nazionale, possono essere adottati solo dai Presidenti delle Regioni che, in relazione all’andamento della situazione epidemiologica sul territorio, può introdurre misure derogatorie restrittive. Pertanto i Sindaci non hanno alcuna competenza in materia. Ove dovesse mancare, da parte dell'Asp competente, l'accertamento del dato epidemiologico che motiva l'interruzione delle attività scolastiche per comprovate situazioni di rischio sanitario, ogni sindaco potrà trovarsi di fronte al rischio di impugnative che, se accolte, come nel caso di tante altre città calabresi e non, tendono a generare ulteriori incertezze e generale disorientamento nella popolazione. Ogni provvedimento assunto in sede locale, senza il conforto della autorità sanitaria, rischia, quindi, di risultare carente di motivazione giuridica, oltre a privare gli studenti del fondamentale diritto allo studio. Insomma, ad oggi non vi sono dati (sono circa 80 i casi attivi, ovvero lo 0,50 dell'intera popolazione) che possano indurre il sindaco ad una chiusura delle scuole, di competenza comunale, in presenza. Il dibattito sui social è molto animato e partecipato, comprensibili sono le preoccupazioni di alcuni genitori ma occorre pensare anche a chi ha notevoli difficoltà a praticare la Dad (carenza di dispositivi e/o di linea internet) ed agli studenti affetti da disabilità.

PUBBLICATO 09/01/2021  |  © Riproduzione Riservata

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