Bellezza, gioia, condivisione, spensieratezza, recite dei bambini, feste e mille colori dalle luci delle vetrine scintillanti; questo e molto altro è il tempo di Natale.
Ma anche strade di ogni centro città affollate, mercatini lungo le vie, eventi in ogni comune, fino alle feste in ufficio, pranzi e cene con i colleghi e l’immancabile scambio di regali.
La domanda che in tanti ci stiamo ponendo, in un momento in cui è tornato lo spettro di un nuovo parziale lockdown è quindi la seguente: Dovremo rinunciare a tutto questo nel Natale 2020? Ahimè, la risposta purtroppo è si!
Senza assolutamente perdere il suo spirito di gioia, condivisione e rinascita che ognuno di noi può ritrovare dentro sé stesso, sentendo forte nel cuore l’atmosfera magica che ogni Natale porta con sé, sarà però un Natale con qualche possibilità in meno come quella di recarci in mezzo alla folla, entrare e uscire con disinvoltura tra un negozio e l’altro del centro città, e così via per tutta quella serie di limitazioni che ci stiamo abituando a conoscere e rispettare.
Tuttavia, lo spirito del Natale non può e non deve fermarsi nemmeno davanti ad una pandemia. Il desiderio di fare un dono alle persone care, amici, affetti, parenti e colleghi, deve poter superare ogni difficoltà adeguandosi al momento e soprattutto ai cambiamenti che la nostra epoca ci riserva, e proprio per questo un pacchetto da scartare o un sacchetto colorato da aprire, non può e non deve mancare mai.
Eccoci quindi assillati da mille dubbi e timori che quest’anno il Natale, ma soprattutto il periodo che lo precede, non sarà come siamo abituati a viverlo.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è tornato a parlare del Natale , in particolare a detto che: “Ci auguriamo che l’economia possa comunque svilupparsi, che si possano comunque fare degli acquisti, scambiare anche dei doni, ma certo baci, abbracci, festeggiamenti, festoni, festini… non è pensabile, indipendentemente dalla curva epidemiologica. Bar e ristoranti aperti - No a spostamenti tra Regioni generalizzati etc….“ ….Pochi invitati, mascherine e, se possibile distanziamento….” dice il direttore scientifico dello Spallanzani. E così noi dovremmo arrivare a Natale carichi di pensieri, di agitazione e non mi sorprende la tristezza nei nostri occhi.
Il Natale 2020 sarà certamente diverso.
Ognuno di noi di fronte a questo fatto ha dovuto sconvolgere la propria vita, le proprie abitudini, ci siamo dovuti confrontare con la privazione della nostra libertà, delle nostre certezze, e sperimentiamo un vissuto di minaccia pervasivo, che investe lo spazio e il tempo, tutti aspetti riferibili a un fatto imprescindibile: dobbiamo confrontarci con un nemico subdolo perché invisibile. Improvvisamente ci siamo ritrovati a essere persone senza volti, senza sorrisi, la nostra unica espressione possibile viene dagli occhi, da sguardi a volte impauriti, a volte pieni di speranza.
Io in questi mesi ho cercato di ridiventare amica del tempo e durante il periodo di isolamento, mentre si restringeva lo spazio, ho sentito dilatarsi il tempo e “Una volta la nonna mi aveva dato un consiglio: nei periodi difficili, vai avanti a piccoli passi. Fai ciò che devi fare,ma poco alla volta.
Non pensare al futuro, nemmeno a quello che potrebbe accadere domani. Lava i piatti. Togli la polvere. Scrivi una lettera.
Fai una minestra. Vedi? Stai andando avanti passo dopo passo. Fai un passo e fermati. Riposati. Fatti i complimenti. Fai un altro passo. Poi un altro. Non te ne accorgerai, ma i tuoi passi diventeranno sempre più grandi.
E verrà il tempo in cui potrai pensare al futuro senza piangere.”
(Elena Mikhailova)
Dobbiamo avere coraggio – ci dicono da più parti - dunque vorrei provare a dire qualcosa su questa parola utilizzando le leggi della fisica per spiegarvi come si muove la vita. Prendete una pietra e poi lasciatela.
Cade a terra, naturalmente, per effetto della legge di gravità.
Guardate invece una pianta: ha un movimento contrario indirizzando verso l’alto i rami e le foglie, è la vita che ha dentro che fa la differenza.
Ciò che è inanimato si muove verso il basso, ciò che è vivo segue direzioni diverse.
Nella nostra realtà quotidiana la forza di gravità è rappresentata in questo periodo dallo scoraggiamento, dal pessimismo, dall’isolamento e dall’individualismo.
Un insieme di forze che ci invitano a mollare, a lasciarci cadere.
Eppure, se ci guardiamo intorno, ci accorgiamo che non è tutto così scontato: anzi notiamo che dove il peso delle situazioni negative cresce, sale anche la spinta ad opporvisi e trova spazi imprevisti la speranza. Ecco il coraggio: il coraggio consiste nell’ostinata scelta della direzione contraria e nell’opposizione alla forza di gravità dell’appiattimento, del realismo cupo, dell’apatia.
Il coraggio segue la vita sempre e non è una questione di eroismo.
Il coraggio è quello di chi affronta a viso aperto questo periodo così buio e incerto. Sapete, la radice etimologica della parola coraggio è “ cor habeo “ ho cuore.
Se ci pensate è proprio il cuore l’organo che marca la differenza tra ciò che è inanimato e ciò che è vivo. Dunque davanti alle analisi più cupe del nostro presente, ricordiamoci che abbiamo a disposizione una risorsa fatta di cuore, per questo capace da sola di ribaltare tutto.
Persino la forza di gravità.