Se non fosse per il fatto di garantire un’informazione completa e corretta e per il dovere di cronaca, faremmo volentieri a meno di riportare certi comunicati stampa.
Come, ad esempio, quello della Presidente della commissione al Senato della sanità, Annamaria Parente che ieri, come saprete, ha ricevuto, a palazzo Madama, alcuni sindaci della provincia di Cosenza tra cui quello di Acri, Capalbo.
Sia chiaro, iniziativa lodevole, ben vengano questi incontri tra le realtà comunali ed i rappresentanti del Governo nazionale.
Fanno bene, inoltre, i primi cittadini ad alzare la voce.
Quello che non sopportiamo, però, è che questi incontri sembrano la fotocopia di quelli precedenti avuti con altre istituzioni, anche essi seguiti da promesse (solite) e foto di gruppo a testimoniare l’avvenuto incontro. Riportiamo le dichiarazioni della Parente; “ho ricevuto una delegazione dei sindaci della provincia di Cosenza accompagnati dal collega sindaco Ernesto Magorno.
Mi hanno rappresentato una situazione di disservizio sulla sanità calabrese che è veramente devastante e sappiamo che la salute è al primo posto, per lo sviluppo e l'occupazione del territorio.
Accolgo il loro grido di dolore e mi impegnerò per chiedere al Governo che il commissariamento della sanità in Calabria raggiunga gli obiettivi, che sono quelli di una razionalizzazione di tutta la rete ospedaliera, di fare investimenti sul settore e di sbloccare le assunzioni.
Ci sono strutture che hanno tante apparecchiature ma non è disponibile personale che può impiegarsi per dare servizi ai cittadini. Abbiamo una grande occasione oggi perché possiamo usare le risorse del Recovery Fund che potranno essere destinate ai territori con sofferenza perché possa essere organizzata la rete ospedaliera e la medicina territoriale e domiciliare.
Mi impegnerò tantissimo su queste istanze rappresentate dai sindaci."
Chi segue con attenzione le vicende della sanità si sarà reso conto che le “promesse” della Parente le abbiamo sentite già altre numerose volte.
Per la verità, nelle sue parole c’è un elemento di novità ed è quello di utilizzare le risorse del Recovery Fund per risolvere alcune questioni del Sud. Ci credete? Noi, no, pur apprezzando la volontà della Parente (che ci scuserà).
La nostra diffidenza è provocata dai tanti impegni (disattesi) presi dai diversi esponenti politici e dirigenti della sanità nel corso di questi ultimi anni.
Anche la Parente parla di impegni, fondi, potenziamento di servizi, assunzioni.
In sostanza di cose dette e ridette e sentite più volte. Ricordate gli impegni e le passerelle di Mauro, direttore Asp e Pacenza, consulente alla sanità di Oliverio, in un consiglio comunale del 2017?
E le promesse del commissario (calabrese) Scura?
“Il Beato Angelo deve essere potenziato anche perché si trova vicino al mio paese natale.”
Ed i tanti impegni (recenti) del commissario Cotticelli e del suo staff e del ministro Speranza?
Insomma, crederemo alle promesse solo quando le vedremo attuate.
Per il momento registriamo ritardi e disagi.
Il Beato Angelo è stato smembrato ed alcuni servizi funzionano a singhiozzo, così come altri presenti sul territorio e di cui ci siamo occupati recentemente (agenzie delle entrate, ufficio del lavoro, Inps, raccolta differenziata, reti idriche), per alcune prestazioni sanitarie le liste di attesa superano i trenta giorni e opere viarie incomplete stanno per festeggiare il loro 15° anno di vita.
Fossimo al posto dei sindaci, penseremmo, oltre che alle foto di gruppo, anche ad azioni eclatanti.
Ma i primi cittadini non sono, anche loro, stanchi di queste promesse disattese?
Sulla questione ci ritorneremo per il momento vi lasciamo con una frase rubata al grande e sempre attuale Antonio De Curtis; “ma ci faccia il piacere!”