RACCONTI Letto 1189

La Luna di fragola


Foto © Acri In Rete



Sapete perché il volto della luna non è mai lo stesso? Come mai la scorgiamo di giorno?
Perché alcune volte si tinge di rosa o si assenta dal cielo?
Scopriamolo insieme.
La luna pensa tra sé: “Il giorno si spense e finalmente mi preparai a salire nel cielo in compagnia delle stelle.
Erano trascorsi mesi e avevo aspettato impazientemente questo momento: l’avrei rivisto in tutto il suo splendore vincere le tenebre.
Sciolsi i capelli e come ogni sera mi apprestai a farli rischiare dalla sua luce riflessa,si tratta dell’unico modo che ho da secoli per sentirlo vicino, per non dimenticarlo.
Lo incontrai la prima volta un giorno, quando rientrai più tardi del solito nelle mie stanze, contrariamente a quanto Padre Tempo mi aveva ordinato.
Ero fanciulla allora e mi apprestavo ad affacciarmi dal palcoscenico del cielo per le prime volte, la notte brillavo ma non era merito mio, non sapevo chi potesse irradiare a tal punto la mia bellezza e la cosa mi incuriosiva. Per questo motivo, chiuso il sipario della notte, spiai tra le tende del giorno e vidi le nuvole bianche e non tinte di nere tenebre, scorsi gli uccelli e non le falene notturne e i ciechi pipistrelli, potei udire il frastuono rumoroso di gente che si muoveva in modo frenetico da una parte all’ altra e non il canto dei grilli e dei poeti o le timide promesse degli innamorati sigillate con un bacio.
Poi. Sollevai lo sguardo e lo vidi, era lì e brillava e tutte le creature della terra sembravano cercarlo, i fiori vivevano della sua bellezza e alcuni lo seguivano nel verso in cui si trovava.
Era lì: il mio Sole. Mi scorse mentre il mio volto era visibile solo per un quarto per via della tenda del cielo dove, per timidezza, continuai a rimanere nascosta. Cominciammo a parlare.
Egli era più grande di me e sapeva molte cose sugli spettatori del mondo sottostante ma non immaginava chi fossi e che cosa ci facessi lì sul suo palcoscenico. Cominciai allora a parlargli di me, gli dissi il mio nome e gli confessai di aver disubbidito a Padre Tempo e lui fu attratto dal mio sembiante allo stesso modo in cui lo sono i flussi delle acque.
Capii che la luce calda che mi scaldava ed esaltava la mia bellezza nel freddo buio era la sua e divenimmo sempre più intimi, tanto che decisi per qualche giorno di continuare a disubbidire a Padre Tempo e restare sulla scena diurna, senza tuttavia mostrarmi completamente, per timore di essere scoperta dal vento o dalla pioggia o da chiunque potesse svelare il nostro dolce segreto.
Successivamente, scoprii che la parte del viso che mostravo al Sole cominciava ad invecchiare più precocemente e si riempì presto di solchi, quelli che gli uomini oggi chiamano “crateri”, li colmai di lacrime perché avrei voluto vivere nello stesso cielo Di colui che amavo.
Fui costretta ad apparire di notte solo con il lato sinistro o quello destro del volto, di ciò non si accorse in un primo momento Padre Tempo che in quel periodo era fuori a creare altri pianeti ed altre vite ma, ben presto, il mormorare dei grilli e i pettegolezzi delle rane giunsero al suo orecchio. Furono tremende ore, venni costretta ad indossare un velo nero di pece per essere punita, in modo da non aver alcun contatto con il Sole e fui costretta a rimanere nascosta in una conchiglia nel più profondo degli abissi.
Mi fu dato anche il nome di Luna Nera.
Nel frattempo Sole si ammalò di pena e cominciò ad ardere dalla febbre così violentemente tanto da creare forte siccità e scompiglio sulla Terra, molti esseri viventi morirono.
Dunque, Padre tempo, prese una decisione, ci perdonò e permise il nostro incontro qualche volta nel cielo diurno.
Il Sole guarì e potemmo scorgerci nuovamente a distanza. Spesso ho ancora timore di lui e gli mostro una o l’altra delle mie facce, altre volte lo sorprendo sciogliendo i capelli che incorniciano il mio tondo e luminoso.
Continuo tuttavia ogni mense ad indossare il velo nero per una notte ed ad assentarmi per lunghi periodi dal cielo stellato, proprio per riprendermi dalla sua vicinanza che tende ad invecchiarmi precocemente.
Inoltre ogni 70 anni, durante il solstizio d’estate, quando i confini del mondo si assottigliano e le fate volteggiano serene nel cielo notturno ,il Tempo che è sempre benevolo con i suoi figli ,ha permesso a me e al sole di essere vicinissimi, ci incontriamo nella notte e ci amiamo ed io brillo ancora di più, fino ad arrossire d’amore.
Il popolo della terra mi chiama allora Luna di fragola e sa che in quell’occasione finalmente il sole mi rende
sua.”

PUBBLICATO 10/09/2020  |  © Riproduzione Riservata

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