Nel 1969 Nik Spatari e Hiske Maas decidono di lavorare ad un progetto globale che contempli la produzione dell’arte nell’ambito di uno specifico contesto, con precisi punti di riferimento storici ed ambientali.
Li guida il desiderio di un luogo integrale, di una cultura incarnata nell’ambiente, di una creatività scritta sulla terra.
L’iniziativa di Musaba è largamente inspirata dal senso di ribellione contro l’ambiente dominato dall’ incultura e dall’arretratezza, ostile alle innovazioni.
Da qui la spinta a promuovere attività artistiche assume un valore che va al di là del contesto culturale.
La filosofia natural-positivistica di Musaba sottintende alla gestione e valorizzazione delle risorse artistico-ambientali: il sogno individuale di Nik Spatari e Hiske Maas vuole soddisfare aspettative umane e sociali.
Spatari è pittore, scultore, architetto e artigiano: un’artista rinascimentale d’avanguardia. Negli anni ’50-’60 la passione per la grande architettura e per l’arte lo porta a Parigi dove frequenta lo studio di Le Corbusier e dove conosce Jean Cocteau.
Aveva studiato i creatori geniali degli affreschi pompeiani e degli ipogei etruschi, i maestri del passato: Giotto, Masaccio, Leonardo, Michelangelo, El Greco, e tra i moderni: Klee, Kandinski, Nolde, Picasso, Dufy, Gaugin, Modigliani, Max Ernst.
Il fascino dell’architettura, destinata a diventare prioritaria e polarizzante per gli interessi dell’artista, lo porta a seguire un progetto ambizioso: realizzare un laboratorio-scuola-museo nel meridione d’Italia, in Calabria.
Negli anni settanta insieme a Hiske Maas, un’artista manager olandese, iniziano a lavorare al loro progetto.
Maas è organizzatrice instancabile e anticonformista che da sempre riesce a convogliare verso mete concrete la creatività esuberante di Spatari.
Dopo l’accademia d’arte ad Amsterdam, ha frequentato le accademie e università di Londra, Lausanne, Parigi, New York.
Ha sfidato e affrontato per quarant’anni la burocrazia italiana e le angherie locali per poter acquistare l’ex complesso monastico santa barbara, l’ex stazione calabro lucana e, metro per metro, i terreni che oggi sono diventati parco giardini mediterranei d’arte.
Dopo una comune esperienza a Milano, dove avevano aperto e gestito dal 1966 al 1978 la galleria d’arte ‘Studio Hiske’ in via Solferino, Nik e Hiske cercavano nuove esperienze; erano rimasti catturati da un luogo affascinante, oggi Musaba.
Questa è una storia di passione e di bellezza, di Calabria e di universo, di colori e di natura.
Questa è una storia che nasce da un tempo remoto – qui sorgevano templi arcaici, terme romane, grange e monasteri medievali – una storia che vive di contemporaneità – da qui sono passati grandi artisti e hanno creato le loro opere – una storia che guarda al futuro.
E’ un cantiere-laboratorio che non finirà mai, come non finisce la luce, la fantasia, il vento, l’arte. Nik: “fu d’idea di produrre le armonie universali, ove forme, colori, energia sono parti tridimensionali di elementi che compongono un tutto; acqua, aria, fuoco raffiguranti entro geometrie e branche spaziosi e frammentarie cosmico-terrestri.”
La storia di Musaba solo Nik Spatari e Hiske Maas possono raccontarla, perché sono loro che l’hanno inventata, sognata, progettata, costruita giorno dopo giorno, alimentata di sogni e di fatica. Nik e Hiske, lui calabrese, lei olandese, così vicini e così lontani. così diversi e così simili.
Sono una coppia da cinquant’anni, da quando, insieme hanno scelto di vivere qui, a Santa Barbara, un pianoro che guarda al mar Jonio, nel cuore antico della locride.
Era sepolto dai rovi e dalla dimenticanza e l’hanno fatto diventare Musaba, l’unico museo all’aperto calabrese, uno dei pochi in Europa che è anche laboratorio di sperimentazione artistica e di tutela del paesaggio. Pittore, scultore, architetto lui: un talento precoce e irresistibile, un autodidatta che si è nutrito della frequentazione e della collaborazione coi grandi del novecento, da Picasso a Le Corbusier, da Jean Cocteau a Max Ernst; responsabile della realizzazione e della comunicazione lei e artista per vocazione e formazione.
Riavvolgendo il nastro della memoria, Hiske rivisita la sua avventura esistenziale attraverso una singolare unità di misura: “la mia storia personale è legata all’arte. sono nata in una bellissima ex fattoria del 1600, e ricordo bene, fin da piccolissima il mio andar controcorrente. cresciuta in una famiglia sportiva (vela e hockey) ero assai libera ma presto avvertivo la necessità di uscire dalla prospettiva di figlia di famiglia facoltosa.
Nonostante tanti problemi, tante ingiustizie che abbiamo subito, qui mi sento a casa. un sentimento consolidatosi nel tempo. qui c’è la mia storia, la creazione del Musaba, tanti amici”.
Dopo un'accurata ricerca antropologica che richiama il ricordo di Nik Spatari, recentemente scomparso all'eta' di 91 anni, della sua compagna Hiske Mass e della nascita del Musaba, riportiamo una frase che racchiude l'intero percorso conoscitivo di vita di un'artista cosi importante ma poco apprezzato: "dicono che le storie si capiscono alla fine, questa e' una storia che non finisce mai, non finisce Musaba, perche' come è una pianta cui l'arte ha messo radici e ha dato germogli".