FAVOLE Letto 1814

Il viaggio di una scrittrice senza tempo


Foto © Acri In Rete



Un giorno scorsi lungo il sentiero del bosco incantato un cespuglio in movimento, dove i miei occhi furono catturati da un'attenzione diversa dal solito.
Mi incamminai per scoprire di cosa si trattasse e ad un tratto, un uomo elegante e beffardo, mi sorrise chiedendomi chi fossi. Sorpresa da un'immagine così imponente ed elegante uscita all'improvviso da un cespuglio così piccolo, mi domandai subito cosa volesse questo gigante apparso davanti ai miei occhi.
Un po' preoccupata e impaurita nello stesso tempo, chiesi a bassa voce cosa volesse da una camminatrice errante che andava in giro, così, senza tempo, per scoprire nuovi mondi.
Allora lui mi rispose subito: "Sono io il tuo primo incontro, non avere paura, ti sembrerò beffardo e addirittura mostruoso, ma sono solo la tua coscienza".
Allora, dopo aver udito quelle tenue parole, presi più coscienza e capii che era solo l'inizio di un lungo cammino e quell' immagine che sembrava così ostile, era solo l'immagine di me stessa che sembrava cosi gigante da ascoltare, ma così tenue da capire. Non mi restava altro che salutare il mio caro amico e continuare il mio viaggio e all'improvviso vidi davanti a me una donna così bella e affascinante che il suo volto irradiava l'intero universo.
Forse, presa dalla voglia di continuare il mio cammino, mi accorsi che non ero proprio sola, ma come 'Alice' nel paese delle meraviglie, di tanto in tanto incontravo qualcosa o qualcuno che bloccasse il mio cammino.
Questa volta a parlarmi era la tristezza, nascosta dietro la sua bellezza. La salutai timidamente e le chiese cosa volesse da me o cosa volesse dirmi e mi disse: "Sono la Tristezza e nessuno vuole capirmi, perché il mio volto nasconde ciò che ho realmente dentro".
Allora, io, presa da un'improvvisa ammirazione verso questo bel volto ma nello stesso tempo triste, le disse di non essere tale, perché anche la tristezza può trasformarsi in amore e raggiungere nuovamente il suo fervore.
Lei mi guardò e fece un sorriso, allora capii che bastava poco per rassicurarsi che anche la tristezza poteva trasformarsi in altro.
Mi guardai intorno, salutai quella donna bella e con una luce diversa negli occhi dopo il nostro incontro e continuai il mio viaggio e dopo un po', assorta nel mio viaggio errante, scorsi più in la', un signore anziano, stanco e pensieroso.
Presi coscienza di ciò che stavo svolgendo, e iniziai a capire che anche questo signore anziano volesse dirmi qualcosa.
Mi avvicinai a lui e gli chiesi il nome e mi rispose: "Sono il dolore".
Mi fermai un attimo e pensai di fermarmi a riflettere per un po' con lui e all"improvviso, il mio dolore non era solo, bensì con un'altra persona e finalmente presi atto che non ero sola a sentire quel peso dentro, ma che qualcuno con me stava soffrendo la mia stessa pena e percepii subito che il mio viaggio, anche nel dolore, non era tale.
Il signore anziano mi guardò e mi fece cenno di non arrendermi, di sentirmi meglio e razionalizzare di continuare a non fermarmi.
Mi sentii meglio, avevo visto la mia conoscenza, incontrato la tristezza, affrontato il dolore, allora, intrapresi che ero pronta per continuare il mio viaggio, preso da una consapevolezza che nulla ora poteva più fermarmi sul percorso di quel viaggio iniziato con tante incertezze.
Presi più forza e più consapevolezza che ognuno di noi può affrontare tutto, se ognuno di noi prende atto di ciò che la vita ci riserva.
Il mio viaggio di scrittrice senza tempo prese coscienza e cominciò a guardare nuovi mondi.
Presi atto e coscienza di ciò che ebbi difronte, un universo di mille vicissitudini scolpite nel tempo, un tempo raccolto nel bagaglio dell'esperienza e con la voglia di continue scoperte.
Lascio a voi il continuo di questo racconto e che prende atto ogni qual volta incontrate il vostro inconscio.


PUBBLICATO 25/08/2020  |  © Riproduzione Riservata

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