Chi ci segue con attenzione, può constatare che ci piace scrivere anche delle tante cose belle ed interessanti che offrono il nostro territorio e le aziende agricole ed enogastronomiche ivi presenti. Lo abbiamo fatto spesso e lo faremo in futuro, andando sul posto ad incontrare chi ha deciso di investire, lavorare e produrre in questo lembo di Calabria. Sempre più spesso giornali e riviste specializzate a diffusione nazionale, si occupano della Calabria e delle sue risorse (paesaggistiche, naturali, ambientali, enogastronomiche, culturali-artistiche). Nei giorni scorsi, abbiamo riportato un articolo apparso su “Il sole24ore”. Oggi, grazie alla giornalista Silvia Costantini, vi raccontiamo una bella storia pubblicata sulla nota rivista on line First&Foof e che si occupa di una nota azienda e di un prodotto molto consumato. L’azienda è la Biosila, il prodotto è il Caciocavallo a quanto pare molto apprezzato addirittura da Giuseppe Garibaldi, così come certificato dall’immagine in allegato al pezzo. Scrive la Costantini; “nell’azienda Biosila, si produce il Caciocavallo che Garibaldi si faceva spedire a Caprera dove trascorreva la convalescenza dopo le ferite riportate in Aspromonte. Il latte proviene solo da allevamenti biocertificati fin dal 1992 in uno scenario mozzafiato di alberi secolari, acque cristalline e opere d’arte. Il cacio non arriva a Caprera. Giuseppe Garibaldi aspetta impaziente di assaggiare le primizie calabresi che però si fanno attendere. Ma alla fine eccole sulla tavola e Garibaldi ringrazia. Ci sono anche le carte dell’Eroe dei Due Mondi per raccontare il caciocavallo silano, una delle più note prelibatezze del made in Italy in materia di formaggi. Il Caciocavallo Silano ha origini antiche che nascono dal bisogno di conservare a lungo il latte intero, facilmente deperibile e difficilmente trasformabile in un formaggio a lunga stagionatura. Se ne parla addirittura dal 500 a.c. di questo formaggio, in origine chiamato butirro, antenato del caciocavallo dei nostri giorni, di cui Ippocrate descriverà la lavorazione e Plinio esalterà la delicatezza. Oggi è una dop e si produce in molte regioni del Sud dell’Italia ma la primogenitura della tradizione viene anche dal nome che gli deriva dalla lavorazione in terra di Sila, l’altopiano della Calabria che con le sue grandi e antiche foreste di conifere e i suoi laghi cristallini è un luogo straordinario in fatto di biodiversità e bellezza della natura. E dalla Sila partirono caci e burri spediti dalla famiglia Sprovieri alla volta di Caprera, a Giuseppe Garibaldi, come testimoniano due lettere che Vincenzo Abruzzese, contitolare della Biosila, ci mostra con emozione ed orgoglio. In esse l’Eroe ringrazia la famiglia di nobili silani per i doni e le premure mostrate verso la sua salute. Sono datate Caprera 12 dicembre 1864 la prima e 30 gennaio (presumibilmente 1865) la seconda. I caci si facevano in verità desiderare, a quanto si deduce dalla prima lettera di Garibaldi, dal momento che non erano ancora arrivati a dicembre. Garibaldi, reduce dalle dure ferite in Aspromonte e in convalescenza, era forse dunque molto desideroso di assaggiare le delizie silane a consolazione dell’infermità e della insopportabile costrizione all’immobilità. Poi evidentemente dal secondo messaggio finalmente il formaggio giunge a destinazione. Storie e leggende sull’Eroe che ci piace raccontare mentre il casaro prepara la lavorazione del caciocavallo nei laboratori di Biosila, l’azienda di Acri della famiglia Abruzzese. Il latte fresco qui arriva direttamente dalle stalle a due passi dal caseificio, dove le 150 mucche pezzate che circolano liberamente nella fattoria ne producono almeno dieci quintali ogni giorno. Poi ci sono 1000 tra ovini e caprini, tutti allevati semi bradi come i bovini che a loro volta danno altri quintali di prezioso latte fresco che verrà trasformato in caciocavallo e in almeno altri trenta tipi di formaggi, con un lavoro di filiera interamente svolto nella stessa azienda dalla quale ogni anno escono 40 mila cacio cavalli. Allevamenti biocertificati dal 1992, quelli della Biosila, che nel tempo si sono arricchiti dei suini neri tipici calabresi con la produzione di insaccati e salumi di alta qualità. Una fattoria aperta alle visite in stalla e all’ospitalità (è anche agriturismo), dove lo sguardo si perde nello scenario maestoso del Parco Nazionale della Sila. Dove l’arte dell’uomo si affaccia con prepotenza, grazie all’installazione dello scultore Michelangelo Pistoletto “Il terzo Paradiso” costituita di 58 pini loricati grazie all’impegno di Giacinto Le Pera che con la sua Associazione Siluna ha ideato la posa dell’opera ai margini della fattoria e che sta costruendo un viaggio stampa in presenza di giornalisti professionisti e blogger che si occupano prevalentemente di cibo e turismo.” Fin qui l’articolo della Costantini pubblicato sulla rivista Firts&Food che nasce nell’ottobre del 2018. È un portale di enogastronomia e dell’eccellenza agro-alimentare edito da FIRSTonline, fondato e guidato da Ernesto Auci e Franco Locatelli. First&Food si occupa dell’Italian Food ma anche di ciò che sta a monte del cibo e della cucina italiana e cioè dei gioielli della nostra agricoltura e della nostra industria agro-alimentare in una visione globale e sistemica di tutta la filiera che va dalle campagne al sistema industriale per arrivare alle tavole dei gourmet e che lo distingue nettamente da altri siti. First&Food è una vetrina sull’eccellenza del made in Italy con l’obiettivo di alzare la qualità dell’offerta informativa e proporre approfondimenti ai professionisti, alle aziende e agli amanti della buona cucina. Il nuovo portale é curato da Giuliano De Risi, professionista di collaudata esperienza e già direttore di agenzia di stampa nazionale, e da un team di collaboratori specializzati di elevata professionalità e indipendenza. E’ articolato in diverse sezioni per facilitare la lettura: la “Ricetta in 30 minuti” elaborata da un grande Chef, “Un vino, una storia” a cura di una grande sommelier, i protagonisti, i prodotti, le aziende, cibo e salute, focus, made in Italy, attualità. Acri in rete sarà a fianco di chi vuole valorizzare e far conoscere le bellezze calabre.