Noi di Acri in Rete abbiamo intrapreso un viaggio alla riscoperta degli antichi mestieri e dell’artigianato calabrese intervistando il Maestro tessitore Domenico Caruso.Proprio in questi giorni, il maestro è impegnato nella realizzazione di una nuova opera che vede protagonista i fili della nostra ginestra intrecciati con i chicchi di jennacca, un gioiello Sangiovannese indossato dalle promesse spose come sfoggio di lusso e benessere. Tra le opere più importanti firmate Caruso vogliamo ricordare quella che porta il nome di “The Stars”,realizzata intrecciando 250 nodi a decimetro quadrato e commissionata da Mimmo Rotella. La tessitura è un’attività molto antica e compare in diverse opere letterarie, la più nota è l’Odissea d’Omero in cui Penelope, la moglie di Ulisse, attendeva il suo sposo accanto al telaio cercando di tenere a bada i proci, con la promessa di sposare uno di loro ad opera compiuta. Il manufatto ,tuttavia, non poteva essere terminato dato che la regina lo disfaceva di notte. Da sempre il telaio è dunque simbolo di pazienza, perseveranza e fedeltà e spesso, in passato, veniva offerto come dono di nozze dal marito alle future spose; quest’ultime erano scelte proprio in base alla loro abilità nell’adoperarlo. Si trattava di un oggetto un tempo presente in ogni dimora, dalla più modesta alla più ricca e vi era sempre una stanza o uno spazio destinati alla realizzazione di manufatti tessili per mezzo di telaio. Tessere era un momento di aggregazione sociale e le opere più belle venivamo realizzate per il corredo delle giovani ragazze. La tessitura è un’attività presente anche nella tradizione e nel folklore legata ad esseri magici. In uno dei loro più noti racconti i fratelli Grimm ci parlano di Tremotino, un folletto che riusciva a tramutare in oro la paglia filandola mentre, nella tradizione sarda, sono famose le Janas fate(fatum/destino) che risiedono all’esterno delle grotte e possiedono telai d’oro e per finire possiamo citale le famosissime Moire o Parche della mitologia greco-romana intende a filareil destino degli uomini. Un’attitudine, dunque, quella del telaio, condivisa dagli esseri umani e anche da quelli magici o divini di cui ci parlano i miti, la letteratura, le leggende e la storia. Proprio dal punto di vista storico, la Calabria conobbe una notevole fioritura nell’industria tessile a partire dalla dominazione normanno-sveva, che si intensificò grazie alla lavorazione della seta introdotta dai bizantini nel secolo IX- XI e si diffuse in tutta Italia. La famiglia Caruso di S.Giovanni in Fiore (Cs) , ha una lunga storia di tessitura alle spalle che prende vita proprio dai secoli del 1400, il maestro Domenico,infatti, afferma orgogliosamente: "Conserviamo ancora tessuti del 1400 e abbiamo in funzione i telai del 1600". Per quanto riguarda il suo percorso artistico da tessitore, Caruso, racconta di aver intrapreso gli studi a partire dal 1980, anche se sin da bambino è stato cresciuto in mezzo ai telai dalle donne della famiglia acquisendone tutti i segreti. Il padre dell’artista, Salvatore, si occupava di allevamento e ingrosso di carni, fino a che a metà anni 70, decise di dedicarsi alla valorizzazione dei tessuti silani abbandonando il commercio di bestiame. Fu nel 1985 che Domenico, dopo aver terminato gli studi in arte dei tessuti e dei tappeti, ottenne dal padre l’amministrazione dell’attività tessile. Numerosi i personaggi che il maestro durante la sua carriera ha avuto l’occasione di ospitare in bottega, da Sgarbi a Katia Ricciarelli, nel 2018 a Cassano allo Ionio ha consegnato un’opera al Monsignor Pizzaballa (patriarca cattolico di Gerusalemme) ma l’incontro ricordato da Caruso con maggiore affetto è quello con Giovanni Paolo II. "Incontrai il papa per conferirgli un’opera rappresentante i cerchi trinitari di Giocchino da Fiore” afferma il maestro, "si trattava di un manufatto cui realizzazione aveva richiesto più di un anno di tempo; era annodato a mano, in pura seta e racchiudeva 7 milioni e mezzo di nodi". Un momento portato nel cuore da tutta la famiglia Caruso e custodito gelosamente in una foto esposta in bottega, non utilizzata a scopi pubblicitari ma rappresentante un incontro indelebile con il Santo Padre. Nel 2018 nasce la nuova linea borse firmata Caruso,piccole - grandi opere realizzate tramite telaio Jacquard, con lo scopo di raccontare la Calabria "La mia arte è sempre dedicata alla storia della nostra terra" dice il maestro. Infatti sulle borse della bottega di corso Telesio, nel cuore del centro storico cosentino, si possono ammirare delle minuziose riproduzioni che spaziano dalle immagini tratte dal Liber Figurarum di Giocchino da Fiore, come l’Albero dell’Umanità,alla rappresentazione del castello calabrese di Caccuri, edificato dai bizantini nel VI sec.d.C. a difesa della Valle del Neto.Le tematiche dei manufatti ,tuttavia,non sono solo locali ma molte si ispirano ai grandi pittori del 1900. Il maestro Caruso è famoso soprattutto per la sua produzione di arazzi cosi chiamati dal nome della città Arras, in epoca medievale la più abile e famosa per la realizzazione di tali opere. Si tratta di un oggetto che ha rivestito per secoli le pareti di castelli e chiese con la doppia funzione di abbellimento ed isolamento termico e che ancora oggi costituisce un prodotto di nicchia, anche se c’è il rischio di imbattersi in falsi d’autore. Abbiamo chiesto al Maestro Caruso come riconoscere un’opera autentica, ed egli ha risposto: "L‘arazzo si riconosce dalla finezza, dal prezzo e dal fatto che non lo si possa comprare in negozi di souvenir o arredamenti ma in una bottega; inoltre,bisogna osservare la battitura delle trame e la cura dei dettagli". Domenico ha onorato la nostra terra non solo con numerosi premi che gli sono stati conferiti ma anche portando i suoi lavori,il suo talento e le sue fiere origini calabresi più volte sul piccolo schermo in trasmissioni Rai e Mediaset, tra le più conosciute spicca “Linea Verde”. A S.Giovanni si tramanda una leggenda in cui le fate tessitrici, in una località nota come Colle dei Fiori ,restano nascoste al mondo per realizzare oggetti e manufatti magici realizzate con il telaio. Che la dote del maestro Caruso sia un dono magico di queste fate? Vi salutiamo ricordandovi che è possibile seguire corsi con il maestro per apprendere la lavorazione al telaio presso la sua scuola di tappeti a S.Giovanni in fiore, per maggiori informazioni e per rimanere aggiornati vi invitiamo a seguire la pagina face book “CarusoTessiture Artistiche e Scuola di Tappeti”. https://www.facebook.com/ScuolaTappetiCaruso