OPINIONE Letto 2365

Quarantena educativa, come l’abbiamo vissuta noi


Foto © Acri In Rete



A gennaio 2020 un nuovo virus ha stravolto radicalmente la vita dei cittadini cinesi, la loro quotidianità è stata totalmente devastata.
La minaccia ci sembrava inizialmente estranea e, soprattutto, lontana ma i veloci e continui collegamenti fra i diversi Continenti hanno accelerato il diffondersi incontrollato della malattia in tutto il mondo.
Questa minaccia, all’inizio da molti sottovalutata, ha comportato poi grosse conseguenze.
L’Italia, così come altri Paesi, non ha reagito prontamente, per cui si è trovata, specialmente in alcune regioni del Nord, in grandi difficoltà sanitarie.
Il “confinamento” (lockdown) si è protratto fino a pochi giorni addietro creando nella popolazione insofferenza, nervosismo e qualche fenomeno di intolleranza etnico/economica.
Nonostante siano passati più di sei mesi dalle prime avvisaglie del Covid 19 (Covid-19. Il nome è l'acronimo di Co (corona); Vi (virus); D ('disease', malattia) e 19 (l'anno di identificazione del virus), le ipotesi circa le origini del virus e la sua diffusione sono ancora tante, discordanti e contraddittorie.
Sicuramente questa situazione ha accentuato i dissapori tra i diversi Stati incrementando, come già detto, l’intolleranza rispetto alcuni popoli e interrompendo o modificando rapporti commerciali e sociali.
Ma della nostra SCUOLA / ISTRUZIONE cosa ne è stato?
Il 4 marzo 2020 il Governo, dopo avere sentito l’ISS (Istituto Superiore di Sanità) emana un DPCM ( Decreto Ministeriale del Presidente del Consiglio dei Ministri) che prevede la chiusura immediata delle Scuole di ogni Ordine e Grado.
Considerata l’immediatezza del provvedimento, la maggior parte delle Scuole Italiane si è trovata sostanzialmente impreparata ad affrontare una tale emergenza.
Era necessario, però, consentire la continuazione del percorso formativo.
La nostra Scuola, il Liceo V. Julia, guidato dalla Dirigente Prof.ssa Maria Brunetti, è stato sicuramente uno dei primi Istituti Scolastici italiani ad aver adottato la DaD, (già il sei marzo era operativa) consentendoci di interagire, mediante una piattaforma per l’e-learning, con chat e videoconferenze.
I nostri insegnanti hanno seguito dei Webinar (corsi di formazione on line) organizzati dal nostro Liceo, per meglio affrontare e “interfacciarsi” con noi alunni,
in questo modo abbiamo avuto la possibilità di continuare il nostro percorso scolastico e di incontrarci, seppure virtualmente.
Se da una parte la continuità dello studio non è venuta meno, dall’altra, le relazioni ne hanno risentito profondamente, facendoci capire che anche nella SCUOLA sono fondamentali i rapporti fra le diverse componenti che la formano.
Ci siamo ritrovati in una realtà artificiosa basata su un “muto” dialogo in cui le domande si sono avvicendate al di là dello schermo.
Da questa esperienza abbiamo capito che nulla può supplire la “solita routine”: i richiami dei professori dopo una battuta fuori luogo; l’imbrattare con disegnini la lavagna; uscire dalla classe facendo finta di andare in bagno; o semplicemente il sentirsi sollevati dopo il suono della campana.
Sicuramente non si può paragonare l’emozione di chiudere la porta dell’aula per la fine dell’anno scolastico, a quella di abbassare lo schermo del pc dopo aver riattaccato per l’ultima videochiamata del Quarto anno e, anche se tante volte abbiamo sentito l’espressione “lontani ma vicini”; noi della IV B Scientifico, solo ora ne abbiamo compreso l’essenza , perché nonostante la distanza, in questi tre mesi di “clausura” ci siamo sentiti accomunati dai medesimi obiettivi, dalle stesse finalità ma principalmente dall’affetto che ci lega: anche quest'anno l'ultimo giorno di scuola lo vivremo con la stessa carica emotiva degli anni precedenti.

PUBBLICATO 08/06/2020  |  © Riproduzione Riservata

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