Questo periodo di quarantena legato all’emergenza Coronavirus ha stravolto e modificato molte delle nostre abitudini quotidiane, dalle più semplici, come una passeggiata al parco o un’uscita con gli amici, alle più complesse, come nel lavoro e nelle relazioni con la società civile.
Pur vivendo ormai in un’epoca digitale in cui tutto è mediato dai dispositivi elettronici, ora più che mai ci troviamo a dover fare un ’abuso’ della tecnologia, passando ore ed ore davanti al computer e al cellulare, potendo sperimentare sempre meno il piacere del contatto fisico.
Neurologicamente, il nostro cervello necessita di determinati stimoli per poter essere al meglio ‘alimentato’, per poter rispondere adeguatamente alle necessità dell’ambiente.
Come poter nutrire queste parti di noi se siamo costantemente separati da uno schermo ?
Nell’attesa di poter rivivere i rapporti sociali con serenità siamo chiamati a modificare il nostro modo di rapportarci all’altro e ciò non senza conseguenze sul nostro stile di comunicare e di parlare.
In qualità di logopedista sento il bisogno di affrontare questa problematica, che silenziosamente si sta inserendo nelle nostre abitudini quotidiane.
Oggi i nostri maggiori compagni di viaggio sono piattaforme come Zoom , Whatsapp, Skype che permettono di svolgere videoconferenze e incontri virtuali.
L’immediatezza , la facilità d’uso e il basso costo ci illudono della comodità e della rapidità con cui riusciamo a mantenere le nostre relazioni.
A tal proposito è diventata virale l’ironia che viene fatta proprio su come spesso l’uso delle videochiamate comporti anche momenti di imbarazzo, scene di vita casalinga impropriamente esposte, che nel tempo hanno pesanti conseguenze sulla nostra privacy.
Ci sentiamo apparentemente più liberi , ma il coinvolgimento in una relazione comunicativa comporta sempre diversi costi in termini di energia fisica , di emozioni in gioco, di risorse cognitive impiegate nel tempo.
Tralasciando questioni più ampie come l’etica e la privacy, vorrei concentrarmi su una risorsa indispensabile ma spesso data per scontata : la risorsa vocale.
Perché ci sentiamo stanchi vocalmente , dopo lunghe sessioni di lavoro in videoconferenza? Come possiamo sfruttare al meglio i dispositivi di videochiamate e i microfoni a nostra disposizione?
La voce è uno strumento complesso , che nasce dalla pressione aerea generata a livello polmonare e grazie all’azione del muscolo diaframma.
Successivamente questo flusso si fa suono attraverso l’azione delle corde vocali a livello della laringe , per poi essere modificato e gestito superiormente grazie all’azione del tratto vocale ( ovvero tutte le strutture che superiormente alla laringe modificano il segnale acustico ).
Imparare a gestirla si può fare, ma conoscendone bene le regole e i meccanismi.. Una delle prime problematiche che affiorano in seguito all’uso prolungato della tecnologia è la postura del capo e delle spalle, soprattutto per chi utilizza il microfono del computer ( tecnologia wireless) e non si avvale di un dispositivo esterno di facilitazione.
Ciò induce la persona ad impiegare un volume più alto e spesso a modificare il proprio timbro vocale per farsi comprendere meglio dall’interlocutore. Questo fenomeno avviene per la falsa percezione che il parlante con cui abbiamo a che fare sia ad una distanza eccessiva da noi; ma innalzando il volume di voce non facciamo altro che aumentare il carico a livello glottico e potenziare quello che in termini tecnici viene detto surmenage ( abuso di volume ). Una delle principali conseguenze di questo è il successivo affaticamento con possibile fonoastenia, ovvero indebolimento della muscolatura vocale che supporta la nostra voce. Come ovviare a questo problema? Intanto adottare un atteggiamento fonatorio corretto, ponendosi nella condizione di respirare liberamente; mantenere una corretta distanza dallo schermo , con spalle abbassate e capo ben stabilizzato. Utile potrebbe essere utilizzare un leggìo o un qualunque strumento che ponga ad una distanza adeguata i fogli da utilizzare, evitando di tenere sulle gambe libri o altri pesi.
La postura può essere modificata in diversi modi , basti ricordare che un corpo funziona bene se elastico e flessibile, per cui può aiutare anche lo stretching e esercizi di distensione muscolare prima di effettuare la videochiamata. Per evitare un incremento del volume nella fase di conversazione può essere utile inserire un tappo nell’orecchio ai fini di una maggiore amplificazione interna della propria voce, evitando di innalzare il tono più del dovuto .
Nel veicolare la voce verso il microfono è necessario avere un atteggiamento rilassato , non troppo performante, cercando di evitare tensioni a livello del collo e del capo , ma nello stesso tempo è importante proiettare adeguatamente la voce concentrando la propria attenzione sulle labbra e sulle cavità di risonanza interne. Utili sono anche le tecniche di riscaldamento e raffreddamento vocale , che possono essere apprese e imparate grazie all’aiuto del logopedista o di un didatta della voce.
Importante è poi l’uso di auricolari e microfoni esterni , ai fini di amplificare sia la voce in uscita che in entrata: l’uso di uno strumento stabile e che filtri bene il rumore riduce l’affaticamento e amplifica l’intellegibilità. Per ridurre il rumore ambientale è bene svolgere le conversazioni in un ambiente adeguato e senza interferenze , così come è importante silenziare il microfono nel momento in cui non dobbiamo parlare.
Per avere un maggiore feedback possiamo dosare il nostro volume di voce prima di iniziare la conversazione, in modo da essere sicuri che non impiegheremo forze eccessive.
Sconsigliato è l’abuso anche di tisane , specie se reflussogene, per tenere la voce ‘al caldo’: le tisane sono un ottimo espediente per rilassarsi e per sentire benessere ma non hanno un effetto diretto sulla voce e spesso possono favorire episodi edemigeni a carico delle corde vocali.
Per evitare un’eccessiva stanchezza vocale sarà bene anche dosare le pause tra una videochiamata e l’altra , praticando buone norme di igiene vocale che comprendono soprattutto la lubrificazione e idratazione.
Infine, ma non meno importante, sono da attuare le norme del buon comunicatore , ovvero saper veicolare le informazioni in modo funzionale ed economico , rispettando i turni della comunicazione , articolando bene le parole e rallentando l’eloquio per favorire una buona intelligibilità.
In questo piccolo contributo ho voluto fornire alcuni spunti di riflessione per migliorare la gestione della vita quotidiana e semplici consigli utili a prevenire e intervenire su problematiche che possono comparire nel tempo.
Conoscere meglio se stessi e le proprie possibilità è sicuramente una via indispensabile per ricercare benessere e vedere la luce anche nei momenti più tenebrosi.