Ricordate? Prima delle elezioni del 4 marzo si diceva: Il reddito di cittadinanza? Magari si potesse fare! ma non ci sono le risorse! Dove li andate a prendere 10/20 miliardi all’anno?
Da quel momento in poi, però, evidentemente grazie al colpo di bacchetta magica presa in prestito dalla Fata Smemorina, tutto è cambiato: Certo, i soldi ci sono. Ma è immorale, insopportabilmente immorale regalarli a quei fannulloni del Sud che hanno votato 5 Stelle!
Ma perché questa metamorfosi? Perché, prima, si puntava sulla mancanza di risorse, mentre, poi, sull’immoralità?
La risposta è semplice. Prima del voto si cercava di utilizzare la mancanza allo scopo di screditare, e quindi di indebolire, chi la proponeva.
Una volta però che i risultati delle elezioni sono stati quelli che tutti conosciamo, essendosi la mancanza dimostrata inefficace, la poveretta è stata buttata – ipso facto - dalla padella nella brace, col risultato di trasformarla in una ben più indegna, colpevolissima, immoralità.
Perché? Quali obiettivi intendono perseguire tali acrobati del pensiero e della lingua?
La risposta è piuttosto complessa e articolata, se pur alla portata di chiunque abbia una certa conoscenza dei meccanismi della propaganda, e, in senso più lato, della comunicazione.
Anzitutto credo sia opportuno rimarcare il repentino spostamento del ragionamento dal piano pragmatico/finanziario a quello etico/morale; operazione tipica di chi è consapevole di sostenere le proprie tesi in perfetta malafede.
Compiuto questo primo passo soffermiamoci un attimo - per quanto la questione pare sia stata esplicitamente risolta proprio con quella repentina metamorfosi della mancanza, divenuta in un batter di ciglia immoralità - sulla questione coperture.
A tale proposito si possono fare due esempi di spesa folle da parte dello Stato. Primo: i 50 miliardi di incentivi regalati ogni anno alle imprese; imprese, come è risaputo, esistenti – spesso e volentieri – solamente sulla carta. Secondo: i 20 miliardi regalati ogni anno all’Europa, ovvero a paesi come, solo per citarne qualcuno, Polonia e Ungheria, dai quali, oltre tutto, arrivano sempre più minacciosi sinistri venti fascisti e neonazisti.
La somma fa 70 miliardi. E si potrebbe facilmente continuare con altri esempi…..
Ritorniamo, però alla nostra domanda: Perché alcune forze politiche – e relativi lacchè – sostengono la tesi dell’immoralità? Quali obiettivi vogliono raggiungere con tale stratagemma?
Proviamo ad elencare quelli maggiori:
- Cancellare dal dibattito politico/mediatico la proposta più rivoluzionaria del M5S, ovvero quella secondo la quale un cittadino può ricoprire una carica elettiva per solo due mandati; ponendo così fine alla “Casta”.
- Salvaguardare il famigerato clientelismo, sul quale – questo è di dominio pubblico – i politici e i partiti hanno fondato il loro potere e il loro arricchimento.
- Far passare i sostenitori del Movimento per parassiti e fannulloni.
Soffermiamoci su quest’ultimo punto. Considerato che metà del Centro e l’intero Sud hanno fatto registrare un maggior sostegno al Movimento rispetto alle altre aree del Paese, concetti come parassitismo, pigrizi, immoralità, sostengono - perfidamente e surrettiziamente, e proprio per questo in modo particolarmente pericoloso – quelle spinte separatiste portate avanti per oltre venti anni dalla Lega Nord, trasformata da Salvini, con un’abilissima operazione gattopardesca, in una più (apparentemente) inoffensiva Lega tout court.
E qua, da noi, nella nostra Acri?
I risultati delle ultime elezioni evidenziano una (non nuova, ad onor del vero) straordinaria sensibilità politica, un bisogno di radicale cambiamento talmente diffuso da lasciare oggettivamente sbalorditi. Così come una straordinaria consapevolezza delle immense risorse, a cominciare da quelle umane, di cui da sempre disponiamo; a cui, da sempre, non siamo in grado di dare il possibile respiro e il meritato valore.
Ci riusciremo questa volta? Riusciremo a dare un’adeguata risposta a tale bisogno di cambiamento? Riusciremo ad adoperarci positivamente per utilizzare le tante risorse?
La risposta a tali domande non è semplice né facile. Quello che si può dire con sicurezza è che, almeno per quanto riguarda il M5S, si rischia, a livello locale, di deludere i tanti elettori – oltre che tutti i cittadini – con quei comportamenti di arroccamento e di chiusura, con la totale mancanza di proposte politiche coerenti e innovative che hanno caratterizzato l’azione di chi, fino ad oggi, ha preteso, con risultati catastrofici, di rappresentarlo.
Urge che nuovi soggetti, capaci di aderire alle regole, emergano con forza. Urge che essi lavorino e si confrontino, nel modo più trasparente possibile, con tutti i cittadini e con tutte le forze politiche, sociali, culturali, ecc., per perseguire, abbandonando per sempre i miseri egoismi, il bene di tutti e di ciascuno.