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Busto Arsizio, infedeli a palazzo di Giustizia: arrestata un'acrese


Foto © Acri In Rete



Informazioni riservate in cambio di una mano in politica, denaro sottratto ad anziani malati per pagarsi casa, auto e la passione per le slot machine, nel totale disprezzo della loro funzione pubblica.
Di questo sono accusate a vario titolo S. F., amministratrice di sostegno e tutore nominata dal Tribunale di Busto Arsizio, e R. B.funzionaria della Procura della Repubblica di Busto Arsizio, sono state  arrestatelo scorso mercoledì 28 Febbraio dalla Guardia di Finanza di Gallarate in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare, rispettivamente in carcere e ai domiciliari.
La difficile inchiesta coordinata dal Pm Francesca Parola, volta ad assicurare alla giustizia una “talpa” della Procura e un’amministratrice destinata alle fasce deboli, ha comprensibilmente portato malessere nel palazzo di Giustizia.
Entrambe le donne lavoravano nei corridoi degli uffici giudiziari da tempo, insospettabili, dati i delicati incarichi che erano stati loro affidati.
S. F., ex assessore ai Servizi sociali della Lega Nord a Cassano Magnago, ex consigliere comunale e amministratrice di sostegno per conto di 60 persone, su nomina del Tribunale di Busto Arsizio, è accusata di abuso d’ufficio e peculato.
Secondo le indagini delle fiamme gialle, avrebbe usato oltre un milione e centoventimila euro sottratti ai malati gravi che “amministrava” (14 quelli inseriti nell’ordinanza a suo carico) per estinguere il mutuo di casa, comprarsi una macchina e giocare oltre centomila euro alle slot.
In particolare, «nello svolgimento delle proprie funzioni pubbliche, ha procurato per sé un ingiusto vantaggio patrimoniale», intestandosi «in qualità di beneficiaria mortis causa, una polizza vita del valore di 350mila euro del proprio ignaro amministrato».
R. B, candidata alle scorse elezioni nel Comune di Cassano Magnago nella civica “Donna e lavoro”, responsabile dell’Ufficio ricezione atti della Procura, è invece accusata di rivelazione di segreti d’ufficio, corruzione, abuso d’ufficio, ricettazione e reato elettorale.
Secondo le indagini, avrebbe effettuato accessi abusivi ai sistemi informatici degli uffici giudiziari, e di aver ricevuto da un altro indagato nella stessa indagine presunte utilità in vista di incarichi politici, a fronte di informazioni riservate contenute proprio nelle banche dati.
In concorso con suo marito, S. F. e una terza persona, anche per abuso d’ufficio per aver favorito il datore di lavoro del coniuge in un’operazione immobiliare.
E, ancora, per essersi sostituita ad un’altra persona nelle operazioni di voto della scorsa tornata delle amministrative e della ricettazione di due quadri di valore ricevuti da Federici.
Ieri la Finanza ha sequestrato a S. F. beni e liquidità monetarie per poco meno di 600mila euro, conti e polizze per circa 850mila e 78 quadri, di cui alcuni ritenuti di valore.

PUBBLICATO 07/03/2018  |  © Riproduzione Riservata

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