Dopo aver criticato l’azione amministrativa contestando la gestione della crisi idrica dell’estate scorsa, noi ragazzi del gruppo “Innovatori della Politica” abbiamo deciso di intervenire nuovamente al fine di evidenziare alcune contraddizioni ed aporie che hanno caratterizzato, dal nostro punto di vista negativamente, l’agire politico ed istituzionale dell’assise comunale nelle scorse settimane.
Prima di procedere con i nostri rilievi ci teniamo a chiarire che il gruppo di cui siamo parte, composto da giovani senza tessere di partito e liberi da condizionamenti esterni, ha un solo obbiettivo che è quello di contribuire, assieme alle istituzioni preposte, alla tutela ed alla salvaguardia dell’interesse generale, nell’esercizio di quel dovere civico di partecipazione che ciascun cittadino dovrebbe esercitare. Quest’ultimo ci impone di intervenire ogni qual volta l’agire amministrativo risulti essere, a nostro avviso, confuso, contorto, incoerente o incongruente con quanto detto, fatto o promesso dal Sindaco o da altri, prima, durante e dopo la campagna elettorale.
Effettuata questa doverosa premessa chiediamo ai nostri rappresentati istituzionali, che in queste settimane si sono resi protagonisti di attacchi personali e denigratori, di volerla finire con questo modo di fare politica. Il popolo di Acri vorrebbe, infatti, che ci si confrontasse sulle idee, sulle proposte, sulle iniziative e sui progetti per la città (ammesso che qualcuno ne abbia!) e non sul passato professionale o peggio personale degli eletti. A nessuno interessa che si parli di incarichi nelle segreterie piuttosto che di vitalizi, consulenze o convenzioni, anche perché i cittadini sono già al corrente di tutto ciò che ormai si ripete da diverso tempo. Al Popolo di Acri interessa sapere come si intende migliorare questo Paese, come si vogliono garantire i servizi essenziali che non ci sono più. In questo senso auspichiamo che, già dal prossimo Consiglio, si possa tornare ad una maggiore serenità e ad un confronto dialettico che abbia ad oggetto le idee, più che gli individui, e che faccia salire il livello della Politica riportandola al suo significato più nobile.
Ciò premesso, procediamo con ordine. Secondo il nostro punto di vista è assolutamente non condivisibile l’operato del Presidente del Consiglio Comunale, e non ci riferiamo alla ben nota vicenda oggetto del richiamo da parte della Prefettura di Cosenza (rispetto alla quale avrebbe fatto meglio ad ammettere il proprio errore chiedendo scusa ai concittadini) quanto, piuttosto, all’accanita ostinazione di procedere alla determinazione di 9-10 punti da fissare per l’ordine di discussione dei lavori a fronte di una convocazione dell’adunanza per le ore 17,00, con inizio effettivo alle ore 18,00. Ci chiediamo, attesa l’esigenza di trattare così tante tematiche, perché non si sia proceduto con la convocazione del Consiglio sin dal primo pomeriggio. Ci interroghiamo su quale sia la logica che ispiri l’ordine di trattazione delle diverse tematiche, del perché una materia ostica ai più, quale il bilancio, venga trattata preliminarmente rispetto ad una tematica particolarmente sentita, quale il trasporto scolastico, che invece viene discussa dopo la mezzanotte, quindi in una fascia oraria poco seguita dalle famiglie interessate. Non comprendiamo perché, nonostante l’ora tarda stabilita per l’adunanza, si perseveri nell’ inserire una copiosa serie di tematiche nella assoluta consapevolezza che, solo qualche minuto dopo, attesa la prevedibile impossibilità congiunta di tutte le trattazioni, le stesse debbano venire sempre rinviate alla data di prossima convocazione. L’esigenza alla base di questa prassi, ormai, in fase di consolidamento, è forse quella di risparmiare i costi di più sedute consiliari ivi concentrando, in ogni singolo raduno, il maggior numero di questioni esaminabili? Bene, perché se cosi dovesse essere potremmo proporre un’ulteriore alternativa, rispetto alla convocazione anticipata del Consiglio, che potrebbe inserirsi sempre nell’ottica di cumulare economicità ed efficienza. Si potrebbe seguire, infatti, la strada tracciata dall’ex Consigliere Capalbo, oggi Sindaco di Acri, ossia quella procedere all’ abolizione del gettone di presenza per ogni membro della consiliatura. Ricordiamo tutti, infatti, che circa un anno fa il “nostro” Sindaco, nella veste di Consigliere più votato, proponeva, all’intero Consiglio, in considerazione della grave situazione economica in cui versava ( e versa ancor oggi) l’ente, di mettere a votazione una proposta diretta all’approvazione della rinunzia del gettone di presenza dei Consiglieri. Peccato solo che oggi, in qualità di Sindaco di Acri, abbia cambiato idea ed abbia tacciato di populismo chi ha proposto ciò che lui, solo qualche mese fa, proponeva. Per quanto misero, il gettone di presenza, ove devoluto alle tante associazioni sportive, sociali, culturali, ricreative, presenti sul territorio, avrebbe agevolato il lavoro di tanti ragazzi che oggi sono costretti a dover pagare, di tasca propria, anche i costi delle relative utenze, ma che svolgono un servizio di utilità sociale per tutto il territorio.
Sempre nel solco delle contraddizioni abbiamo appreso, con sconcerto, nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale, che è ipotizzabile una nuova esternalizzazione del servizio di riscossione tributi. Anche in questo caso non comprendiamo perché aver apposto tale impegno nel programma elettorale, perché aver proceduto alla revoca dell’affido in autotutela alla società precedentemente scelta ( alla quale ci sembra che l’ente abbia dovuto versare il corrispettivo di una penale) per poi affermare, con estremo ritardo, la possibile impraticabilità di questa scelta. È lecito pensare che anche il servizio di raccolta differenziata non venga più internalizzato per la stessa motivazione? Quanto all’Ufficio Legale la proposta è stata ben meditata oppure ormai anch’esso è solo un retaggio da campagna elettorale revocabile al presentarsi del primo ostacolo?
Segnaliamo al Sindaco, infine, nell’assoluta certezza che tale compito sia stato già assolto dai rappresentati locali preposti, che alcune vie di Acri e della frazione di San Giacomo (centro e centro storico) sono soggetti, da molto tempo, a black-out elettrici in occasione delle prime piovosità, che lasciano nel buio più totale la popolazione anche per diverse settimane. Chiediamo che si predispongano interventi in merito, in particolare, per il centro storico di San Giacomo che è stato, negli anni, oggetto di passerelle solo nel periodo di campagna elettorale senza che mai nessuna amministrazione abbia apportato un concreto miglioramento della sua vivibilità. Speriamo, fiduciosi, che questa sia la volta buona, quanto meno per riportare almeno luce, ordine e pulizia.
Qualcuno, nello scorso Consiglio, diceva che questa maggioranza governerà il territorio per i prossimi dieci anni. Non dubitiamo che questo possa accadere, però, prima di pensare ai prossimi dieci anni, si porti almeno a compimento quanto promesso in campagna elettorale per questa consiliatura, senza pervenire a soluzioni incongruenti con quanto affermato precedentemente.
Tanto dovevamo.