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Una città allo sbando

Foto © Acri In Rete
Sinistra Italiana - Acri
Che quella targata Capalbo sarebbe passata alla storia come la peggiore amministrazione dal dopoguerra ad oggi si era palesato ormai da tempo.
La situazione sta, però, talmente sfuggendo di mano ai chi dovrebbe gestirla che la realtà dei fatti sta superando di gran lunga quanto di peggio ci si potesse immaginare.
Incompetenza, pressapochismo, gestione familistica, impotenza progettuale e programmatica a medio e lungo termine regnano sovrane inducendo il sindaco ed i suoi sodali a navigare a vista, mentre quel poco che restava da salvaguardare ci viene un po alla volta sottratto per incapacità e decisioni errate.
Ultima debacle in ordine di tempo per la città è stata la recentissima chiusura degli uffici locali dell’Agenzia delle Entrate, che era stata preceduta da ENEL, Tribunale e Centro per l’Impiego.
Un capitolo a parte merita l’Ospedale, ulteriormente depotenziato in cambio dell’accoglienza di pochi pazienti Covid a bassa intensità, il c.d. covid-hotel, caparbiamente voluto dal primo cittadino e dalla Direzione Sanitaria senza tuttavia ottenere il necessario apporto di ulteriore personale medico ed infermieristico e, di fatto, occupando i locali del reparto chirurgia.
Reparto, quest’ultimo, che a seguito di questa scellerata decisione è stato formalmente e definitivamente chiuso per decisione del primario dello Spocke di Corigliano-Rossano dal quale il nostro nosocomio dipende (allo stato dei fatti i documenti questo confermano checché ne dicano amministratori e direzione sanitaria !) e che non è più nelle condizioni di erogare i servizi prima garantiti, costringendo i cittadini a sobbarcarsi chilometri ed impiegare intere giornate per ricevere prestazioni che sino a poco tempo fa riuscivano ad ottenere in loco.
Ai tanti, sacrosanti rilievi di forze politiche e comuni cittadini l’amministrazione spesso risponde per mano di uno dei tanti ‘competentissimi’ suoi rappresentanti, il quale, anziché replicare nel merito delle questioni, si limita il più delle volte ad invettive ed attacchi personali verso chi ‘osa’ denunciare lo stato di degrado.
Ci chiediamo: che fine hanno fatto i tanto reclamizzati posti di intensiva/subintensiva?
Che fine ha fatto la radiologia? La TAC, la risonanza magnetica?
A distanza di ben quattro anni dal suo insediamento l’amministrazione a guida Pino Capalbo non è riuscita neppure ad inaugurare opere quasi finite da lustri, vedi la famigerata galleria della SS 660 la cui apertura è divenuta ormai una barzelletta, utile al Sindaco ed al Presidente della Provincia per riempire i loro discorsi d’occasione per poi ricadere nell’oblio.
Le uniche cose per le quali questo sindaco verrà ricordato saranno le battaglie personali intavolate con (ex) esponenti della sua stessa maggioranza, qualche futile (ed inutile) taglio di nastro, il classico affido fiduciario di quanti più incarichi possibili a destra e manca in vista delle prossime amministrative, i soliti ‘giochetti interni alla maggioranza’ sullo scacchiere politico locale (vedi neo formazione gruppo consiliare DP ?!?), e le innumerevoli ordinanze anti-covid … e su quest’ultimo riconoscimento, saremo tutti d’accordo, se lo è conquistato sul campo: rimarrà senz’altro impresso nella memoria degli acresi come il sindaco del Covid-19 !
Per il resto si stenda un velo pietoso: rete stradale, nonostante i vari rattoppi dell’ultima ora, ancora per gran parte simile ad un gruviera; rete idrica ridotta a un colabrodo, con disagi continui e permanenti da parte di un’utenza ormai rassegnata. All’ombra dei cipressi è scomparsa anche la pace con la riproposizione dello spettacolo indecoroso delle bare accatastate nelle camere mortuarie per mancanza di loculi, ormai ridotti ad una cifra.
Da Palazzo Gencarelli traspare nervosismo, imbarazzo da parte di alcuni, e orecchie basse: situazione diametralmente opposta alla tracotanza e boria dei primi tempi, quando si riteneva che per gestire una città come Acri fossero sufficienti livore e atteggiamento viscerale verso chiunque avesse ‘osato opporsi’.
Il tempo degli onori, sig. sindaco, per lei non è mai iniziato, si goda il crepuscolo della sua impalpabile esperienza amministrativa sotto lo scudo protettivo dell’emergenza pandemica, mentre i suoi concittadini si preparano a raccogliere i cocci della sua incompetenza.

PUBBLICATO 21/03/2021





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