Picitti Stories: la comunità fiorisce attraverso il teatro


Associazione Culturale Conimieiocchi
Il 31 marzo scorso si è svolta presso la Sala delle Colonne di Palazzo San Severino-Falcone di Acri la performance finale del progetto di Residenza Artistica Picitti Stories dell' Associazione ConimieiOcchi.
Teatro Idee Movimento, cofinanziato dalla Regione attraverso il PAC Calabria 2014/2020. Il progetto ha unito per tre settimane un gruppo di artisti di differente formazione, in un processo collettivo di riflessione e creazione intorno alla comunità attraverso le storie legate al borgo abbandonato de I Picitti nel centro storico di Acri. Picitti Stories è stato realizzato attraverso un'idea integrata delle arti, tra storytelling e teatro (Maria Grazia Bisurgi, Audrey Chasseboeuf, Laura Marchianò, Francesco Votano), audiovisual (Nicola Barbuto) e soundscapes (Alessandro Rizzo). Il processo si è arricchito con il laboratorio di teatro sociale con le ragazze dell' I.T.C.G.T. G. Falcone, i ragazzi migranti ospiti nel centro di seconda accoglienza La casa di Abou Diabo e l'incontro di quest'ultimi con il circolo della terza età di Acri nell' idea d' interfacciare generazioni diverse, tra culture passate e presente in cambiamento. Il palazzo che ha accolto la performance ha sancito l'incontro con il pubblico itinerante, che varcata la soglia del palazzo si è ritrovato immerso tra lenzuola stese attraverso le quali apparivano immagini in ombre cinesi, seguite da una storia che iniziava al viaggio. Protagonista del percorso un filo di lana giallo che conduceva il pubblico tra installazioni site-specific di video interviste e storie narrate da un gruppo di ricamatrici e tessitrici acresi che attraverso parole, immagini e canto del passato hanno creato un intenso momento di riconoscimento con il pubblico/comunità. Il momento centrale del viaggio del pubblico è stato rappresentato dall'incontro con il gruppo di giovani adolescenti; le diverse generazioni della comunità si sono ritrovate in un gioco di specchio in un luogo e un tempo sospeso dal rito del teatro, dove forse si è potuto aprire uno spazio umano di riconoscimento nella semplicità di ritrovarsi uno difronte l'altro. le diverse generazioni della comunità si sono ritrovate in un gioco di specchio in un luogo e un tempo sospeso dal rito del teatro, dove forse si è potuto aprire uno spazio umano di riconoscimento nella semplicità di ritrovarsi uno difronte l'altro. Nel confronto con la giornalista Giulia Zanfino, la sensazione emersa è molto forte. "Il canto dei migranti mi ha trascinata tra i ricordi dei nostri canti popolari e le onde di quel Mediterraneo, che oggi è diventato la frontiera invalicabile tra questi due mondi. La narrazione del passato, nel contesto della performance, ha acquisito un significato metaforico di rimando, legando i nostri mondi con un doppio filo (di lana, appunto). Un Mediterraneo che mi ha ricordato il pensiero di Cassano, dove questi canti diventano un canto del "perdono" per le colpe dell'umanità indifferente, e ci proietta in una riscoperta della fratellanza". Dopo, la voce del professore Giuseppe Abbruzzo ha accompagnato gli spettatori tra i vicoli dell'antico quartiere, introducendo un breve documento video che ha ricordato al pubblico e agli artisti il luogo Picitti, attraverso le immagini del borgo immerso in un degrado poetico che ha inspirato il progetto intero. "Una "resistenza della memoria", dice ancora Giulia Zanfino "arrivata dalle straordinarie immagini di quel mondo perduto e dalle performance di acresi, migranti e artisti. Lo spettacolo mi ha fatto pensare al concetto di esistenza di una madre comune e silenziosa, che è la terra che ospita questi luoghi, a cui apparteniamo noi che ci viviamo, ma anche quelli che la attraversano, per fermarsi o ripartire". Il progetto Picitti Stories ha voluto iniziare una riflessione sul passato coinvolgendo la comunità e le storie, con l'interesse nei prossimi anni di continuare la ricerca sulle possibilità del tempo presente e sui sogni per il futuro. ![]() ![]() |
PUBBLICATO 23/04/2018

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