Notte di Natale
Vincenzo Padula
Di una volta, ora vi racconto, di Dicembre era una sera: il Levante s'era aggiunto col Ponente, e tira e tira Nero come uno straccio era il cielo; e disperse Quando, scalzo e tutto pelato, da Sion , per la via camminava Attaccata dietro a lui, per la strada sconnessa e buia era incinta la poverella , pregna e grossa, e muoveva tonda tonta la panciottella, che una barca, ti sembrava, quando carica di grano, và per mare piano piano. e la bella ragazzotta, che cammina dietro a lui Per il freddo ed il cammino, la faccina le era smorta! un palazzo c'è vicino e s'accostano alla porta Ingordi, i ricconi, si ingozzano e non rispondono; c'è un odore di cose buone, i piatti vanno e vengono, ed arriva il tintinnare, di bicchieri, fino al portone. c'era li vicino, ma fuori mano, fatta di creta e di ginestra una casetta di bifolco che alla luce si mostrò. Spuntellarono i paletti, e la porta gli si spalancò San Giuseppe, che aveva il manto, se lo sgancia in tutta fretta e lo spande li in un canto, e la madonna si ci sedette e nel mentre che dormivano, per la gioia e l'emozione si risveglia la Madonna, per cercare quella mela si ritrovò il Bambinello, che gemeza: Mamma, Mamma. Beata lei, gran fortunata, durante il sonno era figliata. dormi, bellezza mia, dormi e riposa chiudi la boccucccia che pare una rosa dormi tranquillo, che ti quardo io; zuccherino mio. Dormi e chiudi l'occhietto tondo tondo, che quando dormi tu dorme tutto il mondo; che il mondo e di te il servitore; tu, tu ne sei il Signore Ti tengo in braccio e sento una gran paura: tu sei dio ed io sono la neonata. Mi brulica sul petto, e vuole fasciato, colui che mi ha creato. statti tesoro mio, con mamma tua, adesso che ti ho, niente voglio più; con te voglio nel mondo camminare ; per sempre e cantare e dire a tutti questo e figlio mio; la mamma è poverella, ma è figlio di dio dal cielo è caduto un bambinello; dentro alla mia vita. la senti dentro il bosco questa voce? Non è il vento, no, chi è che ci soffia dentro? È la quercia che grida: il mio legno, la croce è di dio. No non piangere, no! Perche o banbino, mi tremi, come una rondine, nel petto per adesso dormi senza pensieri, tanto poi, ci sarà la mamma tua Sopra le braccia mie, sopra le ginocchia, salta, alza la testa, ed aprili gli occhi! Quanto sei bello! Che fiorellino steso; dammi un gran bacio. Cosi cantava la Vergine Maria, mentre cullava il bambinello; ed il cielo basso basso si faceva Ed ogni fiume portò una gran piena, chi d'olio, chi di latte , e chi di vino, la Vite rifece l'Uva, il Grano le sue spighe, e le "Scattille" si rifecero gran fiche. il Portone del cielo si spalancò, e con un fruscio forte e con il vento, quattro truppe di arcangeli ne discesero, di una grande bellezza,, chera uno spavento, a squadroni si miserò sul pagliaio, e tenendosi per mano, a cento a cento, si misero a cantare con un suono: sia gloria a lui, e pace sia all'uomo buono a quel grido, forte e da banditore, che gli angeli spandevano nel paese, subito si svegliarono le greggi, i mandriani, i cascinari ed i pastori. Videro le campagne non più scure, sopra i montio videro le luci, sentirono suonale le cornamuse e videro ballare montoni e pecorelle. ed ognuno rimaneva rincitrullito, e con le mani gli occhi si stropicciava, ma un angelo passando li avvertì: è nato. È nato quel dio, che aspettavamo. Ed ognuno per la via si riverso a rompicollo. Chi cantava, chi ballava e chi senza pensieri, faceva con la zampogna : 'lleru, 'lleru, 'lleru. Ed io, simpatici ragazzi, pure io allora, mischiare mi volevo con quella folla, ma qualla andava carica di regali, ( che problema) io, io solo non aveno chè donare. Andavo, nelle tasche mie cercando. Ma che avevo da cercare! Non c'era niente. Che feci allora? Feci questa ballata Libera traduzione di, (***): Anonimo. |
PUBBLICATO 24/12/2015
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