COMUNICATO STAMPA Letto 3466  |    Stampa articolo

Giunta con poca qualità

Foto © Acri In Rete
Partito Democratico - Acri
Amministrare diligentemente la cosa pubblica non è, in tutta evidenza, cosa per tutti. Oltre alle necessarie competenze, è fondamentale possedere una buona dote di principi morali ed etici che consentano di svolgere questa attività in maniera disinteressata e, ci scusiamo per l’inflazionato paragone, operare con la diligenza del “buon padre di famiglia”.
Non ci è venuta improvvisamente voglia di dissertare sulle qualità che deve avere un buon “principe” per esser degno di governare; da questo punto di vista esiste a partire da Machiavelli ed Hobbes corposa e meritevole letteratura.
Essere in possesso delle dette caratteristiche potrebbe però essere assai utile per gli amministratori di una comunità, al fine di “preservarla” persino da alcuni metodi in cui alle volte, sembra annidarsi l’occasione per elargire un privilegio ai pochi piuttosto che  curare l’interesse dei molti e quindi della collettività.
E’ il caso dell’assegnazione diretta di un servizio ad un impresa, che potrebbe apparire ambigua se non dovessero essere rispettati i dettami regolamentari degli appalti pubblici che impongono l’invito di minimo 5 imprese in modo da garantiti il principio della trasparenza, della rotazione e dell’importo certo.
Purtroppo è palese che il Sindaco e i suoi, che di questa norma sono da sempre assai ghiotti apprezzatori, poco o nulla hanno fatto in diverse occasioni per percorrere quelle “altre vie” (leggasi gare d’appalto) che garantirebbero senz’altro maggiore partecipazione, democrazia ed eticità nell’affidamento dei servizi.
Preferendo gli affidi diretti alle gare d’appalto, i costi per gli enti locali salgono e poi si potrebbe verificare la situazione per cui i controlli sul servizio da offrire (o il lavoro da eseguire) vengano svolti da un affidatario troppo accondiscendente.
Per questo motivo noi del PD Acrese invitiamo ancora una volta il Sindaco a mostrare un pò più di impegno nel cercare “quelle altre vie” più impegnative certo, ma che alla fine produrranno senz’altro buone pratiche di risparmio pubblico e di concorrenza.

PUBBLICATO 07/12/2015





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