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L'ACRA ringrazia la Fondazione Padula

Foto © Acri In Rete
Giovanni Cofone
Giorno 3 novembre 2015 si è tenuto presso il Palazzo Sanseverino Falcone di Acri una sessione di studi dal titolo “Acri tra Sibari, Crati e Sila. Millenni di interazioni”.
Tutto ciò grazie al presidente della Fondazione Vincenzo Padula, Prof. Giuseppe Cristofaro, che quest’anno ha organizzato in modo straordinario l’evento.
La prima e significativa giornata è stata incentrata su tematiche archeologiche ed in particolare alla provincia di Cosenza con i suoi siti più importanti dove trova un posto di prestigio il nostro   “Colle Logna”.
Al tavolo dei lavori hanno partecipato, con il moderatore dott. Pisarra, illustri personaggi del mondo accademico delle discipline archeologiche quali il prof. Vanzetti Alessandro docente dell’Università “La Sapienza” di Roma responsabile scientifico delle indagini condotte sul sito di Acri; il dott. Marino Domenico Funzionario della Soprintendenza dell’Archeologia del Friuli Venezia Giulia, il Prof. Armando Taliano Grasso dell’Università della Calabria il quale ha relazionato sulle indagini topografiche dei laghi silani; Alessandro D’Alessio, Funzionario della Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma; Adele Bonofiglio, Funzionario della Soprintendenza Archeologica Calabria; Pier Giovanni Guzzo dell’Istituto Nazionale Archeologia e Storia dell’Arte di Roma ed infine il Prof. Gian Piero Givigliano dell’Università della Calabri.
Il Capitano Carmine Gesualdo Comandate del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale; il prof. Vanzetti bravissimo ed elegante nell’illustrare le diapositive e le foto dei luoghi ha espresso a tutti i presente che sicuramente prima dell’estate prossima ci sarà la pubblicazione del primo vero volume della storia di Acri.
A tale manifestazione i soci dell’ACRA hanno espresso alla dott.ssa A. Bonofiglio, in qualità di Funzionario del Territorio della Sibaritide  e Valle del Crati, la volontà di voler al più presto riportare ad Acri i reperti ed esporli nelle sale del Magnifico palazzo Sanseverino-Falcone perché possano essere ammirati da tutti gli appassionati di archeologia.
A tale richiesta, si deve notare la grande disponibilità dell’Amministrazione Comunale la quale vuole fortemente, insieme all’ACRA, la nascita di un nuovo polo museale ed in questo caso la nascita di un antiquarium locale.
ll dott. D’Alessio, invece, si è complimentato con l’ACRA per come ha condotto dal 1996 ad oggi il coordinamento di tutte le attività realizzate.
Si ricorda a qualche nuovo appassionato che tali scavi si erano conclusi il 14 ottobre 2008, il sito archeologico, scoperto per puro caso durante la costruzione dell’edificio scolastico I.T.C.G. nel 1996, quando il prof. Palermo recuperò un consistente gruppo di frammenti ceramici di interesse archeologico dal terreno di risulta.
In seguito alla segnalazione e alla consegna dei reperti alle competenti autorità, la soprintendenza Archeologica della Calabria interessò l’èquipe di ricerca e studio della cattedra di Protostoria Europea dell’Università “La Sapienza” di Roma ad effettuare una verifica sul terreno;
La prima campagna di scavo ebbe inizio nel 1999 si estese in superficie, ma soprattutto significativo si rivelò un saggio in profondità, il quale giunse a ricostruire l’intera sequenza stratigrafica in cui sono rappresentati due momenti di occupazione: il primo risale ad un momento finale dell’eneolitico (o età del rame circa 3.000 – 2.300 a.C.) il secondo ad una fase avanzata dell’antica età del bronzo (circa 2000 a.C.), particolarmente significativa per la Calabria e per Acri.
Gli scavi furono proseguiti nel 2000, sempre dall’èquipe del prof. A. Vanzetti, i quali portarono all’asporto del primo livello di occupazione del bronzo antico ed all’esposizione e asporto parziale del secondo, età del rame.
Dopo una sospensione durata 7 anni circa, i lavori furono intrapresi portando ad alcune attese conferme, quali: l’esistenza di una capanna, di cui si è individuato un limite ben preciso, l’esistenza di uno strato neolitico, del quale, oltre alle osservazioni tipologiche sviluppabili sulla base dei frammenti ceramici, si può ora tentare la datazione assoluta, impiegando i carboni restituiti dallo strato.
A tutto ciò vi si arrivò grazie all’A.C.R.A. Associazione Culturale per la Ricerca Archeologica, con a capo un gruppo di persone volenterose, interessati alla cultura locale, i quali hanno voluto fortemente la ripresa della campagna di scavo, questi con spirito di sacrificio hanno messo in moto la procedura che oggi possiamo dire conclusa.
Oggi, finalmente potremo veramente, nei tempi previsti dagli archeologi ammirare con sommo piacere la bellezza di questi reperti che risalgono a circa 5.000 – 4.000 anni fa.
Si ricorda, infine, a tutti gli appassionati i quali vorranno prendere contatti con l’Associazione potranno scrivere al seguente indirizzo di posta elettronica: enofoc5@virgilio.it











PUBBLICATO 21/11/2015





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