Acri, “riserva indiana” della Regione
Francesco Foggia
Chi va in giro per altri luoghi lo fa, a volte, per arricchirsi culturalmente, molte altre volte per curiosità o per diletto partecipando ad avvenimenti folcloristici o a sagre paesane. Naturalmente negli eventi più impegnativi si notano la preparazione ed il valore culturale delle manifestazioni; nelle sagre, invece, si apprezzano le proposte, l’organizzazione, l’accoglienza e lo spirito del volontariato che animano le varie proloco ed associazioni.
Un cittadino acrese quando si allontana dal proprio territorio si trova coinvolto nelle diverse attività paesane e non può fare a meno di confrontarle con ciò che succede nel proprio paese. Ad Acri, validissime rimangono le iniziative del Centro Studi “Padula”, che lasciano segni indelebili nella cultura regionale e nazionale, alla pari di quelle offerte dal MACA per le affascinanti proposte artistiche, per tutto l’arco dell’anno, ai visitatori interessati o occasionali; parimenti, hanno la loro importanza ognuna delle iniziative del Rotary Club, del Lyons Club, dell’Associazione Micologica Bresadola “Gruppo Sila Greca” e della Pro-loco o i molteplici raduni del Moto Club “Pignataro”, della “Vespa Club”, del “Club delle 500”, o le gare automobilistiche del club “Calabria Motor Sport” che si realizzano per la passione e l’abnegazione dei loro presidenti e dirigenti. Qualcosa, però, rimane ancora scoperto per promuovere appieno le peculiarità del territorio acrese e della popolazione che lo abita; qualcosa che possa interessare il mercato regionale e nazionale per rilanciare la sua economia. Eppure, le presenze di imprenditori e di artigiani acresi in questi mercati non mancano, basterebbe coadiuvarli con attività collettive per una maggiore promozione dei loro prodotti. Non si chiede certamente di emulare gli abitanti di Colobraro, in provincia di Matera, che hanno utilizzato la triste fama legata al nome del paese (si preferiva nominarlo “Quel Paese” per non subirne la jella) ed hanno pensato di dissacrarla con rappresentazioni serali da parte di improvvisati cantastorie ed attori del luogo, per richiamare e intrattenere turisti da ogni dove (nelle otto giornate dell’agosto 2014 – ogni martedì e venerdì - sono stati 14.000 i presenti che hanno assaporato il “Sogno di una notte a … Quel Paese”). Ci vuole, infatti, tutta una sofferenza secolare per una tale ribellione/proposta cultural-popolare come quella che esibiscono i colobraresi Ci sono, comunque, ben altri esempi alla portata della città di Acri: in provincia di Cosenza, a Camigliatello Silano c’è la sagra dei funghi, a Fagnano Castello quella delle castagne; a Roseto Capo Spulico quella delle ciliegie, a Nocara quella del maiale; a Sarconi (Potenza), quella del fagiolo (34° edizione); in provincia di Brindisi, a Casilini (frazione di Cisternino) quella dell’uva, a Latiano la 38° edizione de “La sagra ti li stacchioddi” (sagra delle orecchiette); a Martina Franca (Taranto) la sagra "Come perdere la testa per il Capocollo di Martina Franca": una manifestazione che dovrebbe sollecitare l’attenzione degli acresi come la sollecita l’associazione che si fa nella provincia di Cosenza fra i “bocconotti” ed il paese di Mormanno, solo perché un fornaio di Mormanno li commercializza da qualche anno a livello industriale, nonostante le famiglie acresi siano specializzate in questo pasticcino (pericolo che non correrà mai Bisignano per la liuteria plurisecolare dei maestri De Bonis). C’è da impegnarsi continuamente a promuovere sul mercato nazionale i prodotti tipici di Acri, la cui produzione artigianale garantisce ancora la qualità della produzione familiare, ma che non incide a livello occupazionale per come potrebbe secondo le sue potenzialità. L’insegna che il territorio del prosciutto di Suino Nero di Calabria sia posta (per iniziativa della ditta che lo propone, a livello industriale, con lusinghieri successi in tutta Italia) nella frazione di San Nicola del comune di S. Demetrio Corone (Cosenza), dovrebbe spronare gli acresi a promuovere i loro prodotti a garanzia della qualità artigianale. Questa sollecitazione non è fatta per campanilismo ma per invitare le imprese di Acri a farsi conoscere dal mercato se vogliono il loro sviluppo e quello del territorio: Putignano (Bari), ad esempio, è pubblicizzato dal Carnevale, giunto alla sua 621° edizione; Martina Franca (TA) è conosciuta tanto per il “Festival della Valle d’Itria” (una rassegna di musica lirica) quanto per il “Raduno del cavallo murgese e dell’asino di Martina Franca”. In Acri ci sono tante associazioni e singoli operatori che potrebbero cimentarsi in questo compito periodico e stimolare, così, l’Amministrazione locale a fare la sua parte. |
PUBBLICATO 31/10/2015
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