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Notte bianca? Si grazie! Però...

Foto © Acri In Rete
Leonardo Marra
Tanto movimento, tanta vita, tanta gioventù, tanta amicizia, tanta voglia di stare assieme e di estraniarsi per qualche ora da un tran tran fatto di preoccupazioni, ansie, inquietudini, incertezze  e continue tribolazioni. Ecco quanto ha offerto la scorsa “notte bianca” ai cittadini acresi e non solo.
La voglia di stare assieme, di chiacchierare fino a notte tarda, di ritrovare il piacere di una Acri popolosa e popolata è stata così forte e viva che per qualche ora è parso ritornare ad una decina di anni fa, quando l’estate (ogni sera dell’estate) diventava, per la nostra comunità, un momento da cui trarre quella energia  rivitalizzante che le avrebbe permesso di  superare la stagione invernale che da lì a poco si sarebbe ripresentata.
In tempi di ristrettezze economiche ci si attrezza come si può e dove non è potuta  arrivare l’Amministrazione Comunale ecco venire in soccorso i privati (bontà loro) che rimboccandosi le maniche ed “allargando i cordoni della borsa” con le iniziative dei loro locali hanno allietato la serata proponendo musica di qualità ad ogni angolo di via e per ogni gusto. Molti sono stati, infatti, i gruppi musicali che hanno offerto intrattenimento fino ad ora tarda. Insomma una serata frizzante che, complice il caldo afoso di questi giorni, ha offerto refrigerio al corpo ed alla mente.
In questo quadro “idilliaco” devo segnalare, ma solo a margine di tutta la serata, la poco felice scelta di far posizionare alcuni chioschi ambulanti in posizioni assolutamente infauste, creando dei restringimenti  tipo “fiera di San Giuseppe” e producendo in tutti coloro che volevano godere di un passeggio tranquillo la sensazione di essere capitati in una delle bolge dantesche. Mi chiedo, ma molto benevolmente, come si sia potuta concedere l’autorizzazione a sostare e vendere, lungo l’asse principale della “movida”, a chioschi che vendevano merce da mercato del sabato mattina e come si sia potuto accettare che questi occupassero metà della larghezza della via su cui abitualmente si svolge la passeggiata. Poi c’era il negozio ambulante di dolciumi che “sparava” musica a tremila decibel. Qui, per una trentina di metri, era vietato chiacchierare a chi non avesse il fiato per urlare, con giovani genitori disperati di aver portato i loro piccoli in carrozzina per far godere loro un momento di relax e ritrovarseli assordati da quella musica fastidiosissima. Possibile che non si riesca ad organizzare una manifestazione prevedendo le conseguenze di ogni scelta, di ogni decisione? Organizzare una notte bianca è innanzitutto cercare di fornire agli ospiti (ed erano tanti) una serata rilassante e  gradevole in tutti gli aspetti, facendo in modo da incentivarli a visitare ancora la nostra cittadina, comunicando loro la volontà ed il piacere  di riaverli  fra noi ogni volta che vorranno perché troveranno accoglienza ed ospitalità, ma queste ultime senza una organizzazione adeguata, senza oculate autorizzazioni che tengano conto del target finale  ed i necessari controlli affinché tutto avvenga secondo quanto stabilito, servono a poco.  
L’altra sera erano tre gli aspetti principali da tenere in considerazione: l’organizzazione, le autorizzazioni ed i  controlli… All’organizzazione,  con successo,  hanno provveduto, in gran parte,  anche i privati con iniziative “personali”.  Le autorizzazioni ed  i controlli, invece, non si può dire siano state all’altezza delle aspettative. Capisco la volontà di far cassa concedendo permessi agli ambulanti, ma dedicare loro uno spazio adeguato, in modo da evitare fastidi a chi vuole solo passeggiare, trovo sia prioritario rispetto ad ogni altra considerazione. Chissà se l’esperienza servirà per il futuro…




PUBBLICATO 10/08/2015





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