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Omini di panza

Foto © Acri In Rete
Marcello Perri
Ormai è notizia pubblica. Il nosocomio di Acri è a tutti gli effetti ospedale di montagna. Lo dicono le carte. Lo dice quella firma di quel signore che ha origini calabresi. Quel signore che è stato messo li e che viene comandato esattamente come si fa con il migliore dei burattini.
L’uomo che probabilmente non conosce il territorio. L’uomo giusto per mettere fine a quel poco di sanità che era rimasta. In questi anni molte le passerelle, negli ultimi mesi poi, le visite di cortesia sono aumentate.
Continue le rassicurazioni. Da Scura ad Oliverio, da Magorno a Guccione per finire agli altri compari di partito, ai pesci più piccoli che si accontentano di poco.
Ma è risaputo che ad Acri si mangia bene e questi “mangioni”, non potevano trovare di meglio. Sono anni che ci illudono, ci prendono in giro regalandoci promesse in cambio di un misero e squallido voto. Cambiano gli uomini del potere, cambiano i colori delle bandiere ma niente cambia per il cittadino.
Si peggiora giorno dopo giorno. Ci stanno costringendo a lasciare questa terra tanto bella quanto torturata. Una terra in mano ai cinghiali. Una terra alla quale, forse, tutto questo fa comodo. Si sono mangiati tutto. Si sono venduti tutto. Acri negli anni è stata una facile preda, ed ora, ne paghiamo le conseguenze. Nessuno è riuscito a salvare ciò che avevamo. Nessuno forse ci ha mai veramente provato. Nessuno si è battuto per difendere lo spoke e per farlo attuare in tutte le sue caratteristiche.
Oggi, dopo le ennesime prese in giro, il risultato finale è un ospedale di montagna. Da ingenuo, immagino di vedere un corteo con il sindaco in prima fila, ed insieme a lui, tutti quei cittadini che qualche sera fa hanno riempito Piazza Purgatorio.
Vorrei vedere medici, infermieri e tutti quelli che lavorano nel nostro ospedale incatenarsi davanti ai reparti. Vorrei vedere una comunità in rivolta davanti ai palazzi del potere. Dal comune alla regione. Togliendoci un servizio così importante stanno mettendo fine ad una delle realtà migliori della Calabria.
Stanno togliendo l’ossigeno ad una realtà come Acri che lentamente e nel silenzio si sta spegnendo.

PUBBLICATO 17/07/2015





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