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Se questi sono uomini

Foto © Acri In Rete
Franco Bifano
Arrivano con vecchi  barconi sulle coste della Sicilia,  ultimo lembo di terra esposta a sud. Altri  invece  sbarcano sulle coste della nostra regione.  Arrivano in migliaia, ma ne verranno sempre di più,  perché   il numero di  quelli  in attesa dell’imbarco  è impressionante. Un esercito di disperati pronto a sfidare  il Mediterraneo,  pericolosa  autostrada fluida che  troppo spesso diventa trappola mortale. Sembrano inconsapevoli che  questo   antico mare sia diventato  un  cimitero di esseri umani nonché  luogo di orribile banchetto  per pesci di ogni specie. Partono a prescindere. Uomini,  donne, bambini  piccoli, piccolissimi addirittura ancora nel grembo materno. Intere famiglie  che scappano lasciandosi  alle spalle dolore e  disperazione. Abbandonano  la terra  dei loro padri alla ricerca della speranza. Percorrono migliaia di chilometri di distese aride impregnate di sole e dell’ odore nauseabondo di guerra e morte. Una catastrofe umanitaria annunciata,   documentata  quotidianamente dai mezzi d’informazione che  “informano” e documentano questa  emergenza  con    servizi,  dovizia  di particolari  ed immagini a volte terribili.
Tuttavia, la consapevolezza di quello che accade, favorita dalle costanti notizie, da una parte mette tutti noi, Europa e  mondo,  ognuno di fronte alle  proprie responsabilità,     eliminando la possibilità di utilizzare  il comodo alibi  del  “noi non sapevamo”.  Dall’altra però trasforma, paradossalmente, con il passare dei giorni    il nostro iniziale  interesse, la nostra  immediata  solidarietà, in indifferenza. Quest’ultima destinata con il tempo a  diventare addirittura senso di  fastidio.  Succede quando fenomeni così complessi vengono  sottovalutati, gestiti male  o addirittura  sfruttati per biechi arricchimenti personali  come è successo e succede ancora  nella nostra civilissima Nazione.
In un contesto del genere, fa tragicamente ridere Salvini quando   ipocritamente dice  (a fini elettorali): “Basta alla migrazione!”; proponendo come soluzione al problema di  bombardare i barconi direttamente in Tunisia.
Sono  tragicamente comici   Maroni, Zaia e Toti, che si oppongono a  nuovi ingressi nelle Regioni da loro governate come se questo  potesse bastare a fermare  l’enorme esodo.
E’ incredibilmente inefficiente e cieca  l’Europa se pensa che chiudendo le frontiere e offrendo  qualche milione di euro  in più all’Italia possa  risolvere il problema.  L’onda del fenomeno è ormai cosi grande che rischia di travolge tutti.
 Come  più spesso  accade in questo tempo, il più illuminato di tutti sembra essere ancora Papa Francesco. Il pontefice che ha detto no al capitalismo selvaggio, chiedendo  espressamente  un cambiamento radicale delle politiche mondiali, non solo per uno sfruttamento più consapevole delle risorse del pianeta   che sappiamo non essere più illimitate,  ma anche un riequilibrio nei consumi visto che il solo 20% della popolazione mondiale che vive nei paesi ricchi  sottrae e consuma  l’80% delle risorse naturali  disponibili. E’ necessario non dimenticare che sono il costante impoverimento di alcuni continenti, saccheggiati delle loro risorse, e i continui focolai di guerra a determinare la fuga di questi esseri umani disperati. Persone che sulla loro strada dovrebbero trovare solidarietà e politiche adeguate. Si trovano Invece a fare i conti con aguzzini  di ogni sorta, trafficanti senza scrupoli e politici balordi desiderosi di sfruttare il fenomeno per fare affari  economici, quando non elettorali.   

PUBBLICATO 27/06/2015





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