Essere nescio o fare il nesci?
Michele Ferraro
Vivere in luoghi dove si fa fatica a farli divenire dignitosi per trascorrere esistenze, diviene un motivo in più per restare e spendersi!
Il comportamento politico del dare-avere, inteso nella maniera meno nobile, ha prodotto uno stato di bisogno cronico, spaccandone il tessuto collettivo stesso. Per studiare questo atteggiamento bisogna, innanzitutto, ripartire dalla famiglia, la quale probabilmente si deve interrogare sui valori esistenziali che finora ha trasmesso. L’ambiente familiare è il primo a fornire valori ed esperienze di convivenza, nonché, costituisce il bene prezioso, per permettere poi che una società si migliore. Là dove il meccanismo subisce mutazioni, anche la società stessa muta. Se in ambito familiare mutano valori e costumi, la comunità inevitabilmente si trasforma, altresì, se si ravvedono manchevolezze, verosimilmente ci si deve adoperare col divenire partecipativi, determinanti e costanti. E’ auspicabile soprattutto, che i giovani s’interroghino, e se necessario, prendano le distanze dal vecchio modo di pensare e diventino aspiranti di una classe politica che ascolta, studia e propone concretezza per il cambiamento. Una classe politica responsabile e capace di intervenire energicamente sulle condizioni di privilegio e favoritismo dei governanti che ormai ci ha reso stanchi di accettare queste condizioni. Per giovinezza, chiarisco, non intendo solo l’età anagrafica, ma soprattutto quei valori di onestà intellettuale degli individui. Altro aspetto di potere su cui bisogna interrogarsi è l’eventuale incidenza di chi passa un’intera vita lavorativa, radicandosi, nei sistemi dei mandati dei cinque anni. E se vi sia, dunque, un qualche meccanismo che possa attanagliare le nostre Case Comunali, Provinciali nonché la Casa Regionale riversandole in una condizione di stallo, ma che torna a vantaggio dei propri interessi. Guadare al futuro, ridisegnando un progetto come basilare necessità di ripristino richiede idee chiare e tanta voglia di rendersi utili alla collettività, collettività di cui tutti facciamo parte! Riportare alla luce sarebbe un atto dovuto verso la comunità, magari con l’atteggiamento di recarsi un giorno alle urne con l’idea di costruire un futuro migliore e non quello di rendere un favore. Nessuno penso si aspetti miracoli, ma sicuramente è chiaro il confidare in segnali nitidi e di rispetto etico ed ancora di convivialità. Altrimenti l’unico cambiamento dell’entusiasmante alternanza, sta nel rinnovare l’adrenalina della speranza del non cambiamento alimentandone l’opportunismo e non l’opportunità. Non spetta a me il compito di decretare ed accendere polemiche sterili, ma vivendo in questo luogo, inevitabilmente, mi integro e di conseguenza sviluppo pensieri volti nella direzione di pormi delle domande! |
PUBBLICATO 29/05/2015
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