Ieri sera una definizione: “l’Ulisse di Acri”, inserita in un contesto come quello attuale con la contrapposizione di tutto quello che stiamo vivendo, la lotta contro le ingiustizie che stiamo subendo e l’unione che ci sta portando a tifare tutti per Fabio, mi ha dato tanto da riflettere.
Ho pensato: Acri ha bisogno di un novello Ulisse che con le sue possenti doti di astuzia e intraprendenza possa sconfiggere tutte le insidie che gli sono capitate e possa riportare l’ordine  e la giustizia.
Ma, analizzando ancora meglio, ognuno di noi è Ulisse, ognuno di noi ha abbandonato il proprio territorio per ricercare il successo, il lavoro, la soddisfazione, la gratificazione, la conquista di quello che il nostro paese Acri, la nostra Itaca, non gli stava più riconoscendo. C’è chi lo ha fatto fisicamente e chi lo fa solo intellettualmente, non interessandosi più attivamente di quello che gli è proprio, rimanendo passivo davanti al trascorrere degli eventi e al susseguirsi delle amministrazioni.
Ulisse si è rafforzato durante il suo peregrinare, ha utilizzato l’astuzia, la sua forza e il suo nome per riuscire nella sua impresa. E’ stato in grado di condurre i suoi uomini e ha cercato di salvarne quanti più possibile, è stato curioso ma non si è lasciato corrompere, ha sfruttato a proprio favore ogni elemento che il fato gli ha posto innanzi.
Il suo viaggio è durato 20 anni, più o meno come l’oblio che stiamo vivendo noi acresi. In questi 20 anni i Proci hanno depauperato e gozzovigliato a nostre spese. E’ giunto il momento di ritornare, di disarmarli e riappropriarci della nostra terra, uniti possiamo fare tutto e il sostegno a Fabio ne è un esempio, quando vogliamo e ci organizziamo siamo capaci di imprese eccezionali!