COMUNICATO STAMPA Letto 5411  |    Stampa articolo

E’ la somma che fa il totale!

Foto © Acri In Rete
Libera Associazione Cittadina Acrese
Per comuni in dissesto la Calabria ha un triste primato, ce ne diverse decine, tutti amministrati da un commissario prefettizio, e tutti con un piano di rientro pluriennale. In tutti è stato appurato che le amministrazioni che si sono succedute, soprattutto per effetto delle spese, in bilancio e fuori bilancio, senza l’appropriata copertura finanziari. Esse hanno inevitabilmente creato una montagna di debiti a danno della collettività, che deve ripagarli con sommi sacrifici, nell’attesa che la Corte dei Conti, la Procura della Repubblica, accertino le responsabilità, magari dietro la denuncia dei cittadini truffati.
Abbiamo fatto un confronto sugli importi della TARI che si pagano ad Acri e quelli in altri comuni ad esso confrontabile, per costi della raccolta R.S.U., popolazione ed estensione territoriale. Uno di questi è San Giovanni in Fiore. In questo comune si è insediato un commissario prefettizio, dopo la dichiarazione di dissesto con delibera di consiglio n. 10 del 3 maggio 2014. Gli abitanti di San Giovanni in Fiore sono poco più di 18.000, 3 mila in meno rispetto ad Acri, pagano per il servizio di raccolta dei R.S.U. poco più di 1.900.000 €. Vediamo che per la TARI (il discorso vale anche per TASI e IMU), una famiglia di 6 o più persone che abita in un appartamento di 150mq, a San Giovanni in Fiore paga 271,73€, una residente ad Acri invece 538,68€! Tutto questo al lordo delle detrazioni regolamentari.
Stesso discorso si potrebbe fare con un altro comune come Castrovillari, anch’esso commissariato e pure in dissesto finanziario, con poco più di 22.000 abitanti e con un costo del servizio raccolta R.S.U. di 3.200.000. Sempre considerando una famiglia di 6 componenti e con un appartamento di 150 mq, si paga 324,12€, sempre al lordo delle detrazioni. E’ da sottolineare che in questo Comune le detrazioni per le utenze domestiche sono legate alla situazione economica e familiare (ISEE), quindi molto più vantaggiose rispetto ad Acri, infatti possono arrivare anche al 50% dell’importo per i redditi più bassi.
Alleghiamo un prospetto sintetico per altre tipologie sia domestiche che non domestiche.
Un’attenzione particolare sarebbe da manifestare sulle modalità di calcolo delle tariffe della TARI (come anche della TARES), ma non è detto che ce ne si occupi in futuro.
Chiedendo scusa all’insuperabile Totò, essendoci appropriati indegnamente della sua famosa battuta, concludiamo chiedendoci: per un Comune in dissesto meglio un’amministrazione politica o un commissario?
Ognuno in tutta coscienza può darsi una risposta.

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PUBBLICATO 27/04/2015





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