Libertà’ e democrazia
Marina Algieri
Si è concluso questo 25 aprile, fatto da una continua e spasmodica ricerca di continue notizie riguardanti il 70o anniversario della Liberazione, iniziando dalle 7:00 del mattino per proiettarmi in questa bellissima giornata di sole, fatta da profumi tipicamente primaverili, nell’attesa di uscire per andare al cimitero a salutare uno dei miei partigiani preferiti, mio zio, e poi di poter prendere parte a un qualcosa di eccezionale ed importante, pensando alla fortuna di vivere in un paese LIBERO, e la mia mente e il mio cuore va, inevitabilmente, a coloro che hanno permesso tutto ciò, ognuno consapevole del prezzo che doveva pagare, o a persone conosciute personalmente che hanno combattuto con mio zio e che ancora tutt’ora insegnano, con la loro esperienza, che cosa sia la LIBERTA’.
A fine giornata è inevitabile trovarsi a fare un piccolo resoconto fra tutto quello che è successo a livello nazionale e in qualsiasi parte della nostra cara penisola, condiviso tramite la televisione che accorcia le distanze con il resto del mondo con filmati, interviste, manifestazioni e quello che NON è successo nel nostro comune. In questo vortice di emozioni, commozione e il piacere di ascoltare l’Inno Nazionale e Bella Ciao da sottofondo, la conclusione è amara! È come se noi fossimo figli di un dio minore, come se noi non avessimo pagato 70 anni fa con il sangue dei nostri cari che si sono schierati contro l’oppressione nazifascista, regalandoci quello che loro non avevano a costo della loro stessa vita, e che noi adesso non percepiamo come un immenso bene chiamato LIBERTA’. È strano che nessuno di tutti quelli che occupano un posto nell’amministrazione non si sia posto il problema di dover dare delle direttive o l’esempio, solo per il ruolo istituzionale che ricopre (ricordo che se si trova dove si trova non è solo merito dei cittadini che lo ha votato, ma in primis è merito di tutte quelle migliaia di persone, da Nord a Sud, che 70 anni fa hanno contribuito a far si che tutto ciò accadesse), che non si sia preoccupato di far partecipare tutti gli acresi, nei modi e nei luoghi tramite varie iniziative, per onorare questo giorno importantissimo, per poterci riunire e condividere tutti insieme, al di là del periodo, la possibilità di amare, di conservare intatta e di difendere sempre la LIBERTA’ e la DEMOCRAZIA, indipendentemente del movimento politico o civico di appartenenza. Voglio concludere con questa frase perché penso che sia il sale della nostra storia “Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita” di Antonio Gramsci, sperando che possa essere l’inizio di una serie di riflessioni da parte di tutti, per far si che il prossimo anno si possa recuperare la magra figura fatta oggi e mettere in pratica quello che oggi a Milano ha detto il nostro Presidente della Repubblica: “…25 aprile festa di speranza da preservare…”, inoltre, come non citare Carlo Smuraglia, presidente dell’ANPI, che nel suo intervento, sempre a Milano, afferma: “…Il 25 aprile debba essere festa per tutti, anche per le istituzioni e spero che le celebrazioni del 70o non solo servano ad impedire l’oblio ma portino ad una svolta verso un Paese Civile”. |
PUBBLICATO 26/04/2015
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