Una “trasparenza” costosa
Roberto Saporito
La questione, sollevata nei giorni scorsi dal consigliere di maggioranza Pietro Pettinato, che aveva parlato di sprechi e spese inutili, trova conferme nei documenti ufficiali del Comune. Nello scorso anno, a causa della condizione di dissesto finanziario, l’amministrazione decide di affidarsi alla Fondazione Trasparenza per redigere un piano di riequilibrio finanziario pluriennale. In cambio, la suddetta Fondazione, con sede in Cosenza, chiede l’adesione dell’Ente al costo simbolico di euro cinquecento (per contribuire ad incrementare il suo patrimonio sociale) che viene formalizzata con delibera di giunta del 14 luglio 2014. Tra i compiti della Fondazione vi è anche quello di formare i dipendenti, supportare il Comune in diverse attività giuridiche ed economiche e redigere relazioni di inizio e fine mandato del sindaco. Un lavoraccio, insomma che richiede tempo e soldi.
Alcuni membri della Fondazione vengono presentati alla stampa ed ai cittadini nel corso di una calda giornata dello scorso luglio al cinema San Domenico. In quella occasione, alla presenza del sindaco Tenuta e dell’intera giunta, la Fondazione si presentò e spiegò nei minimi dettagli il percorso lavorativo che avrebbe fatto per redigere il piano di rientro, i tempi impiegati e gli obiettivi che avrebbe raggiunto. Il tutto tra applausi, pacche sulle spalle e strette di mano. “La Fondazione lo farà in modo totalmente gratuito”, tennero a sottolineare più volte sindaco ed assessori. Il Comune sarà salvato dalla scure della Corte dei Conti ed i dipendenti saranno formati adeguatamente al costo di soli euro 500. Un colpaccio per un Ente in default anche se, per la verità, in pochi credettero al costo zero annunciato dal sindaco. Dopo qualche mese, infatti, il Comune fa marcia indietro. La sera del trentuno dicembre, a poche ore dal cenone, il responsabile del settore, Giovanni Cofone, redige e firma una determina di liquidazione alla suddetta Fondazione “quale compenso per l’attività formativa dei dipendenti” pari ad euro 34.500,00 che con i 500 dell’adesione fanno 35mila euro. Il problema è che il percorso formativo, a cui dovevano sottoporsi alcuni dipendenti, previa selezione, non è ancora partito. Il piano di riequilibrio finanziario pluriennale, invece, è sottoposto al vaglio della Corte dei Conti che dovrebbe pronunciarsi entro la fine di aprile. Un incarico ben retribuito, quindi, per una Fondazione che, si legge nello statuto, non ha fini di lucro. |
PUBBLICATO 21/03/2015
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