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Dove diavolo ho messo la ricevuta?

Foto © Acri In Rete
Leonardo Marra
In questi periodi di magra e di ristrettezze economiche, non passa giorno senza che si scopra come la gestione delle risorse economiche (quelle che stentatamente affluiscono nelle casse comunali) venga effettuata in maniera così poco rispettosa dei cittadini-contribuenti.
Nell'era della tecnologia, dominata da smartphone, computer e processi informatici che solo 10 anni fa sembravano fantascienza, gli uffici comunali continuano a navigare "a vista".
Fino a qualche anno fa quando andavamo alle poste o in banca a pagare una cartella esattoriale o anche solo un bollettino postale, una copia della ricevuta veniva inviata all'ufficio destinatario del tributo. Gli impiegati di quest'ultimo le facevano passare sotto un lettore ottico che leggeva le informazioni relative al contribuente e al tributo ed il tutto confluiva in una banca dati nella quale venivano memorizzate queste informazioni . Oggi le cose sono ancora più semplici. Quando alle poste, o in banca, facciamo il versamento, le informazioni vengono automaticamente trasferite nella banca dati dell'ente destinatario del pagamento.
Un bel vantaggio per le amministrazioni dello stato che non devono più fare i conti con apparecchiature farragginose e complicate che avevano costante bisogno di manutenzione. Non c'è nemmeno bisogno del famoso click di un tasto, il tutto avviene automaticamente ed un secondo dopo, il pagamento è già rilevabile su qualsiasi device (computer, terminale, iphone, ipad, smartphone) collegato in rete con la banca dati.
Insomma se una volta (prima dell'avvento dell'informatica) c'era bisogno di qualcuno che confrontava, manualmente, tributi dovuti e pagamenti riscossi, per cercare probabili evasori, oggi è così semplice incrociare questi dati da far quasi schifo.
Poi, invece, ci si sveglia e si scopre di essere in posti dove si vive ancora all'età del bronzo dove talune amministrazioni, fanno ancora i calcoli con l'abaco e i controlli tramite elenchi redatti da amanuensi con la penna d'oca . Da diversi giorni, infatti, ho scoperto che decine di acresi hanno ricevuto notifiche per il pagamento di tributi già riscossi dagli uffici comunali.
Il fatto è che, per chi come vive tutto il giorno fra computer, programmi gestionali, database e reti, sapere che, a causa di una mancanza di verifica, possano ancora arrivare comunicazioni e cartelle esattoriali per tributi già pagati e che decine di persone devono recarsi presso gli uffici comunali a dimostrare di avere già effettuato il pagamento, rinunciando ad una giornata di lavoro per giustificare qualcosa che non avrebbe motivo di essere giustificato, fa un po' girare le balle.
Ma, e mai possibile che non si sia in grado di fare due controlli prima di affidare ad Equitalia (e qui ci sarebbe da discutere per decenni) il servizio di riscossione di un tributo già riscosso e pagare, per questo, parte di quei danari che vengono asportati (a volte impropriamente) dalle tasche dei cittadini?
Non dubito che a qualcuno possa essere sfuggita qualche rata di pagamento, soprattutto ora che si è perso il conto del numero dei tributi e che ognuno deve anche provvedere a fare i calcoli da sé, ma, perdonatemi, a me viene un sospetto (e come diceva qualcuno "a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina"): dato che non tutti hanno la buona abitudine di conservare le ricevute dei pagamenti per i tempi previsti dalla legge (penso agli anziani, ma non solo), non è che l'Amministrazione Comunale ha pensato di spedire "a tappeto" richieste di vecchi tributi, pur presumendo di averli incassati, così da incastrare gli sprovveduti e fargli pagare due volte il dovuto, applicando in questo modo la vecchia regola del " 'ndo cojo cojo"? Sì lo so, sto lavorando di fantasia, ma si fa per ridere!
Anche perché, se così fosse (ma non credo, dato che sarebbe il sintomo di un vero e proprio saccheggio), si sarebbe trovata la quadratura del cerchio: oltre a far pagare tasse inique (senza né se, né ma), si farebbero sborsare quattrini anche per quelle che si sono pagate. Come se non fossimo già in braghe di tela!
Mi chiedo dove sia finito il rispetto per tutti coloro che questo paese l'hanno tanto amato! Ma capisco che, di questi tempi, "rispetto" sia una parola un po' grossa.
Ah! Fosse ancora vivo Emilio Salgari, quanti "Henry Morgan" avrebbe avuto come spunto per i protagonisti dei suoi romanzi!

PUBBLICATO 09/03/2015





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