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Recensione sulla poesia di Luigi Algieri parigino ma di Acri

Foto © Acri In Rete
Vincenzo Rizzuto
In questi giorni ho ricevuto una nuova raccolta di versi in vernacolo, “Poesielle Antiche III”, ediz. Entre Amis, Paris, 2015, dell’amico Luigi Algieri. Egli vive ormai da decenni a Parigi, da impeccabile ‘francese’ naturalizzato. Quest’ultima raccolta è stata preceduta da altre, come Poesielle antiche e post-modernità, 2005; Poesielle antiche e Varietà, 2006; nonché da Altopiano, primo romanzo del 2007.
Mi piace ricordare innanzi tutto che Luigi è stato mio allievo durante i miei primi anni di docente ad Acri, e da questa frequentazione è nata una stima ed un legame reciproco che non si è mai affievolito, legame autentico, ancestrale, come quelli destinati ad accompagnarti per tutta la vita, e a cui ci si aggrappa anche per sopravvivere, almeno da parte mia, che ho avuto la difficile e delicata funzione di “maestro”.
Tutti gli scritti, ma soprattutto le ‘poesielle’ di Luigi Algieri, apparen-temente scherzosi e sospesi tra le nuvole, sono in realtà una cocente denunzia dei mali piccoli e grandi che affliggono le odierne società su scala planetaria: inutili stragi di innocenti, disonestà elevata a sistema di governo, insensibilità verso i più sfortunati, individualismo sfre-nato, vissuto spesso in condizioni di disperata solitudine in cui l’uomo contemporaneo rischia di naufragare.
Ed è proprio nell’ambito di queste categorie che si muove la poesia di Algieri, che, attraverso un’ironia sottile e sarcastica, con velata nostalgia, fa intravvedere in un orizzonte  lontano valori diversi, di una delicatezza ormai perduta ma mai abbandonata.  In questi valori eterni è sovrano l’amore profondo per i luoghi natii, il fascino dei sapori, degli odori perduti, l’attrazione irrefrenabile di tutti quei candidi sentimenti che hanno accompagnato gli anni della nostra infanzia e prima giovinezza. Vengono fuori allora la venerazione per il quartiere in cui il poeta è nato, come ‘Padia’, la nostalgia dolente di cari compagni perduti o di insopprimibili amori, sia pure forse  soltanto accarezzati con la fantasia. Tutto questo ed altro ti fanno sentire le ‘poesielle’ del caro Luigino Algieri.

PUBBLICATO 16/02/2015





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