L'ACRA incontra l'amministrazione e i rappresentanti del Museo di Sibari
Giovanni Cofone
Giorno 27 gennaio 2015 si è tenuto presso il Comune di Acri un incontro tra L’ACRA con i suoi rappresentanti Pres. Cofone, Seg. Cerenzia, l’Amministrazione Comunale, rappresentata dagli Ass.ri Capalbo e Ferraro, l’Università “La Sapienza” di Roma rappresentata dal Prof. A. Vanzetti ed il Dott. D’Alessio responsabile del Museo di Sibari.
A tale riunione l’ACRA ha chiarito all’Amministrazione Comunale nonché al Responsabile del Museo di Sibari, dove tra l’altro sono custoditi i numerosi reperti archeologici di Acri, la volontà di voler al più presto riportarli ad Acri e custodirli in una stanza del Magnifico palazzo Sanseverino-Falcone perché possano essere ammirati da tutti gli appassionati di archeologia. A tale richiesta, si deve notare la grande disponibilità dell’Amministrazione Comunale la quale vuole fortemente, insieme all’Acra, la nascita di un nuovo polo museale ed in questo caso la nascita di un museo della protostoria. Il prof. A. Vanzetti, ha con estrema precisione relazionato a tutti i presenti sui lavori da lui condotti ed ha confermato un termine ultimo per la pubblicazione dei risultati ottenuti, tale pubblicazione dovrebbe avvenire nel mese di settembre c.a. – Il dott. D’Alessio, invece, si è complimentato con l’ACRA per come ha condotto dal 1996 ad oggi la direzione ed il coordinamento degli scavi ed ha promesso grande disponibilità a collaborare con l’ACRA e con l’Amministrazione Comunale. Si ricorda a qualche nuovo appassionato che tali scavi si erano conclusi il 14 ottobre 2008, il sito archeologico, scoperto per puro caso durante la costruzione dell’edificio scolastico I.T.C.G. nel 1996, quando il prof. Palermo recuperò un consistente gruppo di frammenti ceramici di interesse archeologico dal terreno di risulta. In seguito alla segnalazione e alla consegna dei reperti alle competenti autorità, la soprintendenza Archeologica della Calabria interessò l’èquipe di ricerca e studio della cattedra di protostoria dell’Università la “Sapienza” di Roma ad effettuare una verifica sul terreno; Dopo un primo sopralluogo, che si limito al rilievo di una sezione stratigrafica ed al prelievo di alcuni frammenti ceramici, vennero concordate con la Soprintendenza, il Comune di Acri e la Provincia di Cosenza le misure di protezione del deposito archeologico residuo. La prima campagna di scavo ebbe inizio nel 1999 si estese in superficie, ma soprattutto significativo si rivelò un saggio in profondità, il quale giunse a ricostruire l’intera sequenza stratigrafica in cui sono rappresentati due momenti di occupazione: il primo risale ad un momento finale dell’eneolitico (o età del rame circa 3.000 – 2.300 a.C.) il secondo ad una fase avanzata dell’età del bronzo (circa 1.800 a.C.), particolarmente significativa per la Calabria e per Acri. Gli scavi furono proseguiti nel 2000, sempre dall’èquipe del prof. A. Vanzetti, i quali portarono all’asporto del primo livello di occupazione del bronzo antico ed all’esposizione e asporto parziale del secondo, età del rame. Dopo una sospensione durata 7 anni circa, grazie alla burocrazia, i lavori furono intrapresi portando ad alcune attese conferme, quali: la definitiva conferma dell’esistenza di una capanna, di cui si è individuato un limite ben preciso, l’esistenza di uno strato neolitico, del quale, oltre alle osservazioni tipologiche sviluppabili sulla base dei frammenti ceramici, si può ora tentare la datazione assoluta, impiegando i carboni restituiti dallo strato. Detti lavori vennero ultimati dagli archeologi dell’Università la “Sapienza” di Roma, con a capo il Prof. A. Vanzetti, A. Schiappelli, N. Ialongo con la loro equipe, i quali hanno con grande sacrificio portato alla luce importantissimi reperti di notevole interesse storico ed archeologico. A tutto ciò vi si arrivò grazie all’A.C.R.A. Associazione Culturale per la Ricerca Archeologica, con a capo un gruppo di persone volenterose, Presidente, Segretario e soci membri interessati alla cultura locale, i quali hanno voluto fortemente la ripresa della campagna di scavo, questi con spirito di sacrificio hanno messo in moto la procedura che oggi possiamo dire conclusa. Oggi, finalmente potremo veramente, nei tempi previsti dagli archeologi ammirare con sommo piacere la bellezza di questi reperti che risalgono a circa 4.000 – 5.000 anni fa. Il punto cruciale dell’incontro è stato quello di aver chiesto ufficialmente all’Amministrazione Comunale di Acri di cercare un locale idoneo a custodire i reperti o meglio una sede, museo. Tutto ciò sembra aver avuto successo in quanto il primo cittadino con gli assessori Capalbo e Ferraro hanno mostrato grande interesse per la riunione e si sono impegnati con L’A.C.R.A. per la costituzione del Museo archeologico cittadino. Si ricorda, infine, a tutti gli appassionati i quali vorranno prendere contatti con l’Associazione potranno scrivere al seguente indirizzo di posta elettronica: enofoc5@virgilio.it |
PUBBLICATO 07/02/2015
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