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Gentilissima assessora Coschignano Maria Francesca

Foto © Acri In Rete
Marcello Perri
La rubrica "Il disinformato parlante" continua. Questa volta il disinformato risponde all'assessora Coschignano Maria Francesca che naturalmente ha travisato le mie parole, come ogni buon politico, a quanto pare, sa fare.
Ho letto e riletto l'ultimo mio scritto, ma ancora non trovo le offese rivolte all'assessora. Che la stessa sia stata eletta grazie ai voti dei cittadini è fuori dubbio, bisognerà aspettare le prossime elezioni per vedere se avrà gli stessi consensi. Trovo alquanto assurdo che l'assessora risponda: "il management ha regolarmente svolto tutti gli eventi che gli sono stati affidati dal Comune, mentre gli altri eventi, tra cui quello di Tony Sperandeo, non rientravano nelle competenze dell'amministrazione comunale".
Mi chiedo: se la gestione dell'evento viene affidata ad un management, o presunto tale, e questo non rispetta gli accordi, come nel caso dell'evento di Tony Sperandeo presente sul cartellone dell'estate acrese, a chi spetta controllare? L'amministrazione comunale che ruolo ha? Le tolgo anche il dubbio sulla mia presenza "su quel palco", come scrive nella sua lettera a me indirizzata. Probabilmente anche lei è un po' disinformata. Su quel palco io c'ero, zona Jungi, grazie ai commercianti che ogni anno ci hanno dato la possibilità di suonare, non certo per merito suo. Se non fosse stato così, forse, avremmo assistito ad una notte nera come le vostre bollette.
Cara assessora, una notte bianca non si organizza sfruttando gli eventi che i commercianti propongono con i propri soldi.
La invito a fare un giro l'anno prossimo ad Amantea, così può vedere cosa significa organizzare una notte bianca. Ci tengo a precisare che non ho mai avuto il piacere di suonare per l'attuale amministrazione comunale, ne per le precedenti. L'unica "collaborazione" con l'attuale amministrazione c'è stata con la seconda edizione di TarantAcri, ma le ricordo che le spese per la realizzazione dell'evento sono state affrontate da noi organizzatori.
A Melpignano, paese di 2200 anime, "la notte della taranta" è nata così, da un gruppo di persone che si sono spese per questo evento, esattamente ciò che volevamo fare noi, ma che hanno trovato, dall'altra parte, amministratori che hanno creduto nel progetto e l'hanno sostenuto, cosa che da noi non potrebbe mai succedere. Del resto, da un assessora che non conosce l'esistenza del Museo del Contadino presente nel proprio territorio, non ci si può aspettare grandi gesta. Con le sue parole, gentile assessora, è riuscita a farmi sorridere, soprattutto, quando ha accennato alla mia "risaputa ed evidente corrente politica". Forse c'è stato uno scambio di persone. Sono un ragazzo libero, da partiti, tessere, padroni, colori, bandiere. Essere simpatizzante per questa o quella fazione non mi ha mai condizionato nel giudicare o esprimire il mio pensiero, in modo libero.
Nel palazzo dove Lei si reca con la sua auto e il suo cellulare tutto questo non succede da anni. Anche questa volta, l'arte del politichese ha prevalso su ogni altra cosa, non si è recepito o non si è voluto recepire il mio messaggio.
Viviamo in una realtà che non è più quella di qualche decennio fa. Un paese spento, abbandonato nella sua profonda crisi, senza economia, senza cultura. Penso al giorno della memoria. Non c'è stata alcuna iniziativa da parte dell'amministrazione comunale. Sarebbe bastato poco: la visione di un film o di un documentario rivolta ai giovani studenti di Acri. Ma forse, anche questo, sarebbe stato troppo costoso per le casse comunali.
Un'amministrazione dovrebbe rispondere con i fatti, reali, visibili agli occhi di ogni singolo cittadino, non con scritti che servono solo per difendere ciò che in realtà non è stato nemmeno fatto. Non potremo mai migliorare se continuiamo a cercare il colpevole nell'amministrazione precedente o in quella precedente ancora. Servono i fatti.
Un mio professore diceva sempre: la politica è una cosa seria, fatta da persone serie per persone serie. Mi scuso con l'assessora per la poca gratitudine nei suoi confronti. La prossima volta le farò avere due caciocavalli.

PUBBLICATO 01/02/2015





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