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Palazzo Sprovieri, stipulato l’atto di vendita

Foto © Acri In Rete
Giulia Zanfino
Se potessero parlare quelle mura racconterebbero un pezzo importante della storia di Acri e del Meridione d’Italia. Fin dalla famiglia Ferraro del secolo XVI. Passando da Vincenzo e Francesco, eroi della Spedizione dei Mille, e protagonisti indiscussi del neonato Stato Italiano.
Si è concluso il lungo iter per la ristrutturazione, il recupero funzionale e la valorizzazione di Palazzo Sprovieri. Il Comune e i discendenti della blasonata famiglia hanno stipulato l’atto di vendita, conditio imprescindibile per ricevere i finanziamenti del Cipe. Due milioni di euro a fronte di 450 mila per comprarlo.
Un provvedimento che ha coinvolto le ultime tre Amministrazioni comunali. Da Elio Coschignano a Gino Trematerra. E a Nicola Tenuta. Le ultime due amministrazioni regionali. Di Agazio Loiero e Giuseppe Scopelliti. E, infine, il secondo governo Prodi nel 2008. Due milioni e 16 mila euro, poi ridotti a un milione e ottocento mila. A cui bisogna aggiungere i 450 mila euro per l’acquisto. Per i quali il Comune ha chiesto un mutuo alla Cassa DD e PP. Un ammontare che inizialmente, il 23 marzo 2010, era stato fissato a 650 mila poi tagliato di circa il 30 per cento il 25 ottobre dello scorso anno dal sindaco Tenuta. Una trattativa fondamentale per l’ente, durante la quale il primo cittadino è riuscito a strappare agli eredi della famiglia risorgimentale anche il 50 per cento delle spese notarili.
Il 23 gennaio 2015 la pubblicazione della determina da parte del responsabile di settore, dottor Giovanni Cofone, inerente le spese del contratto preliminare di compravendita. A carico del Comune la metà, 22 mila e 500.
Non vi è dubbio che si tratta di una grossa opportunità per la cittadinanza. Che darà luce ad un Palazzo che già sta cadendo a pezzi. Ad una pagina importante della storia locale. Ma anche una fetta significativa di denaro pubblico, per la ristrutturazione del palazzo. Due milioni di euro. A cui in molti vorranno attingere. Spetterà alle Amministrazioni e ai loro rappresentanti vigilare e non permettere che questo accada.

PUBBLICATO 27/01/2015





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