Quando sul calendario arriviamo all'otto dicembre, ci troviamo ormai nel pieno delle feste natalizie, i bambini hanno già scritto la letterina, piena di buoni propositi e di promesse sdolcinate, per richiedere il loro gioco preferito; nelle case si addobba tutto il possibile e l'inimmaginabile; fremono i preparativi per i pranzetti e la padella è già pronta per la frittura benaugurante...
Per le strade e nei negozi la musica cambia... Poca gente, molta oscurità e un po' di tristezza e malinconia ci accompagnano se passeggiamo per il nostro adorato paesino...
E pensare che abbiamo, ancora, i numeri e la possibilità di uscire da questo oblio in cui siamo caduti; ci manca, forse, la buona volontà e un pizzico di spirito d'iniziativa. Nel tempo siamo stati abituati, e questo ci ha fatto comodo, ad attendere che gli altri facessero qualcosa per smuovere un po' le acque: la classe politica ci ha sempre tenuti in pugno, promettendoci un posto di lavoro, un contratto a tempo determinato, un incarico, un appalto e quant'altro... Ora il tempo delle "vacche grasse" è finito e tutto si è fermato. Tutto ciò ha comportato un impoverimento generale, sia dal lato economico che da quello sociale. Tuttavia abbiamo la fortuna di avere un ricchissimo territorio, che se ben sfruttato ci permetterebbe di vivere di rendita!
Siamo fortunati ma non riusciamo a comprendere questa fortuna, eppure abbiamo tante eccellenze, tanti professionisti e tanti giovani laureati che non chiedono altro se non di essere "sfruttati" per le loro capacità e le loro conoscenze,  acquisite con tanti sacrifici.
Il mio più grande desiderio per questo Natale è quello di poter fare qualcosa per poter rivedere Acri nel suo splendore, illuminato e pullulante di gente... Invito chiunque abbia questo mio stesso desiderio a farlo presente, uniamoci, ma facciamolo velocemente perché rischiamo di arrivare troppo tardi!