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Bollette astronomiche e ingiustificate dell'acqua.

Foto © Acri In Rete
Giulia Zanfino
Zero consumo uguale centosette euro. Un'equazione nata tra le mura di palazzo Gencarelli, definita "Rapina a mano armata!". Oppure: "Furto con scasso!". E ancora: "Ladrocinio!". I conti non tornano, ad Acri.
E in tempi di crisi il Comune tende la mano al cittadino. Una mano che porge una bolletta, molto salata. E, soprattutto, secondo tanti cittadini,  ingiustificata. La popolazione è inferocita. In molti rifiutano di pagare le bollette "astronomiche" dell'acqua, che l'ufficio imposte del Comune gli sta inviando. Zero consumo uguale centosette euro di bolletta. Ma centosette euro sono arrivate anche a commercianti che hanno consumato dieci metri cubi d'acqua. In base a quale criterio, è difficile dirlo. La trovata arriva dall'ufficio imposte. Ben centosette euro, tutte di canone. Un bel malloppo che finirà nelle casse vuote di palazzo Gencarelli. Questo sul fronte "commercianti". Ma ci sono anche cittadini che hanno chiuso l'utenza, quindi non avrebbero più nulla da pagare. E invece, no.  
In tempi di crisi il Comune di Acri, o chi per lui, va oltre. Ad alcuni cittadini che hanno chiuso l'utenza è toccata la bolletta di ottanta euro, per fantomatici 10 metri cubi di acqua. Ma un'utenza chiusa, come fa a consumare? Se anche fosse, è comunque una cifra paurosamente alta. E ancora, c'è chi l'utenza l'ha aperta nel duemilaquattordici, e si ritrova da pagare per il duemilatredici la bellezza di centocinquantasette euro. Ma nell'anno riportato dalla bolletta l'utenza non c'era e il contatore era sigillato. C'en è per tutti i gusti.
Forse colpa dell'ombra del dissesto, che tutto giustifica. Oppure dei quindici milioni di mutuo che il Comune ha contratto, per saldare i debiti. Insomma, ci sarà un motivo se in tutto il paese arrivano bollette definite "allucinanti" da cittadini già massacrati dalla crisi. Secondo alcune di queste bollette non si pagherebbe il consumo, ma il canone.
Cosa che in altri comuni non accade. La logica vorrebbe che, soprattutto in tempi di crisi, "la casa comune" tendesse la mano ai cittadini e li aiutasse a rialzarsi, invece di spremerli. "Niente proclami pubblici, siamo stanchi di sentire belle parole" ci dice un uomo che in pugno stringe una bolletta "pazza". "Vogliamo fatti e quest'amministrazione è davvero partita con il piede sbagliato. Ci stanno massacrando". Come quest'uomo tanti cittadini sono sul piede di guerra. Agli amministratori ora tocca risolvere, o giustificare, l'equazione "zero consumo uguale centosette euro". E quella "niente utenza uguale da ottanta a centosessanta euro". Una bella gatta da pelare. Ma, chi è causa del suo mal...



PUBBLICATO 09/12/2014





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