Assolutamente interessante quanto sta emergendo dal mondo dell’artigianato acrese, in particolar modo, per quanto concerne la lavorazione artistica del legno.
Acri, comunità che ha sempre avuto nella sua storia, artigiani altamente specializzati (nella lavorazione del ferro, del legno, maestranze nei cantieri, ecc.). Quello che sta accadendo oggi è un fenomeno più complesso che va, dall’artigianato del legno all’arte vera e propria, all’estetica. Nel corso degli ultimi quindici anni, grazie agli stimoli provenienti dal Maestro liutaio di Bisignano,Vincenzo De Bonis, nella scena artigianale della nostra cittadina si è affermato un gruppo di “giovani”, ciascuno con proprie peculiarità professionali, che si è distinto nella produzione di strumenti musicali di alto livello qualitativo. Un artigianato di eccellenza, che si è trasformato nel corso del tempo, in vera e propria arte della lavorazione di legni pregiati per strumenti musicali.
Non solo quindi una “semplice trasformazione” del legno, ma la creazione di identità, di pezzi unici, di prodotti di nicchia di grande valore artistico in un’epoca di produzione di massa.
Uno di questi pezzi prodotti ad Acri, una chitarra manouche grand bouche, è apparsa, accanto ad un’altra chitarra manouche petit bouche del liutaio francese Maurice Dupont, sulla copertina del libro di Maurizio Geri, noto esponente del gypsy jazz nazionale ed internazionale. Il libro, un metodo didattico ben congegnato per musicisti di chitarre manuche, dal titolo “La chitarra Jazz Maouche” è stato pubblicato dalla Fingerpicking.net, collana Acoustic. La chitarra è del Maestro Pino Coschignano: una chitarra manuche di altissimo pregio tecnico ed estetico, non solo immagine di copertina, ma lo strumento utilizzato per i concerti e per le registrazioni dallo stesso Maurizio Geri.
Il Maestro Coschignano, accanto alla produzione delle chitarre manuche, che realizza con esperienza ormai pluriennale, produce strumenti della liuteria classica: chitarre classiche, chitarre battenti, violini, mandolini, ecc. egli ha avviato, inoltre, un percorso sperimentale sull’amplificazione naturale delle chitarre acustiche.
Il laboratorio di Pino Coschignano non è solo la fucina di strumenti di grande valore artistico e musicale, questo piccolo spazio, dove si respira l’odore di colla naturale, dell’acero e del mogano incisi con strumenti di precisione, è divenuto luogo di incontro e di confronto tra amanti degli oggetti della grande tradizione artigianale e musicale locale.