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"Palio dei Ciucci": non c'è bisogno di offese per affermare le proprie idee

Foto © Acri In Rete
Leonardo Marra
Ci sono situazioni talmente paradossali che si rimane basiti quando accadono.
E’ il caso dell’interessamento del signor Enrico Rizzi (Capo Segreteria Nazionale del Partito Animalista Europeo, movimento politico extraparlamentare, indipendente ed autonomo) al Palio dei Ciucci di Acri.
Mi riferisco alle affermazioni del signor Rizzi riportate nell’articolo “Gli animalisti bloccano il Palio dei Ciucci” a firma del signor Roberto Saporito.
Immagino che il signor Rizzi non abbia assistito ad una delle edizioni precedenti, altrimenti non si spiegherebbe tanta sicumera nei confronti degli organizzatori e del popolo acrese nella totalità. Evidentemente il signor Rizzi parla per sentito dire e, si sa, in queste occasioni è facile prendere un abbaglio e riportare informazioni assolutamente inesatte sul proprio blog e sugli organi di stampa.
Come cittadino di Acri mi ritengo offeso dalle affermazioni del signor Rizzi il quale forse presume che l’ergersi a paladino del regno animale (non umano) gli dia il diritto di offendere impunemente una intera cittadinanza. Fossi nei panni del sindaco, chiederei immediatamente a questo individuo le scuse pubbliche per le sue affermazioni non essendo, in questo caso, la sua giovane età una attenuante.
Ho trovato molto corretto l’atteggiamento degli organizzatori del Palio che senza l’ombra di alcuna polemica hanno provveduto immediatamente ad annullarlo, facendo capire a coloro che oggi si elevano al rango di difensori improvvisati del mondo animale, che non c’è bisogno di minacce o di offese gratuite a tutta una cittadinanza per ottenere lo scopo che ci si prefigge.
Sia ben chiaro, non sono tra i fautori dei combattimenti fra cani (o galli) o delle corse dei cavalli per le strade cittadine o di qualunque manifestazione coinvolga gli animali relegandoli al ruolo di intrattenitori loro malgrado, ma ritengo che ogni manifestazione debba essere valutata per quello che è realmente e non basarsi su opinioni riportate per generare una lotta contro i mulini a vento.
E’ meritorio l’impegno di questa “organizzazione” nella conduzione di alcune campagne a tutela degli animali, ma ritengo che, come in tutte le attività umane, l’esagerare in alcuni atteggiamenti possa portare a risultati controproducenti.
Immagino che prima o poi si chiederà l’abolizione della soma per muli e cavalli, ferri in titanio per gli zoccoli, piatti di porcellana per cani e gatti ed uno spazio attrezzato secondo i dettami costituzionali per i loro bisogni fisiologici. Perdonate questa scivolata nella polemica, ma, francamente, a volte si finisce davvero nel ridicolo. Fra qualche anno assisteremo all’arresto di un cane perché ha morso il suo cucciolo o a quello di un gatto perché girava nudo nel parco davanti a micini minorenni.
Comunque ormai è un fatto: il Palio dei Ciucci non si terrà più. Quei dieci minuti di per 200 metri totali dove erano i fantini, con la loro impotenza verso la testardaggine dei simpatici asinelli e gli attestati di simpatia verso l’animale a fare spettacolo (ricordo un paio di anni fa un fantino dovette scendere e non ci fu verso di far muovere il ciuchino).
Acri ha tradizioni contadine, l’asino è sempre stato rispettato perché rappresentava l’unico alleato dell’uomo nei lavori pesanti. Ora, dopo essere stato sostituito da macchine industriali, è diventato un animale raro, per questo, manifestazioni come quella del palio, lungi dal voler ridicolizzare o umiliare ancorché maltrattare un animale dai trascorsi così nobili ed importanti nella economia di un paese come Acri, rappresenta un momento di congiunzione tra passato e futuro, quel “trait d’union” tra le giovanissime generazioni ed un passato che tende a scomparire per sempre. E se ciò deve passare per uno momento di innocente ed innocuo divertimento, allora ben venga. Riguardo poi a coloro i quali hanno affermato che “da acresi si vergognano” del palio, li inviterei a riflettere su certe situazioni che dovrebbero farli vergognare molto di più…
Comunque ora, dopo aver fatto sopprimere questo Palio, immagino il prossimo passo sia quello di far abolire il meno noto Palio in una piccola cittadina toscana (là sì che ci sarebbe da discutere sul maltrattamento agli animali – 50 cavalli morti dal 1970 ad oggi) o il palio di Ronciglione nel viterbese, dove a marzo 2011 un cavallo si è trafitto con una transenna, la festa dei serpari a Cocullo, in Abruzzo, la tradizionale corsa dei porci in occasione della sagra del prosciutto a Bassiano in provincia di Latina( dove i maiali vengono legati alla zampa posteriore con una corda e incitati, strattonati, trascinati con forza per correre più veloci), il palio della Granocchia a Paganico (Grosseto), in cui le rane vengono sistemate a gruppi di tre su alcune carriole di legno che vengono spinte dai partecipanti: non è raro che qualcuna di esse rimanga schiacciata, la «Bataille des Reines» a Villeneuve in Val d’Aosta che prevede combattimenti tra mucche rigorosamente gravide e che si conclude con una vera e propria finalissima oppure, dato che trattasi di Partito “Europeo” , riusciranno anche a far terminare la barbarie delle corride in Spagna, la corsa dei tori a Pamplona e via discorrendo.
Da parte mia auguro al signor Rizzi di trovarsi sempre di fronte a persone disponibili, sensibili e civili come, nonostante le offese, hanno dimostrato di essere gli organizzatori del “Palio dei Ciucci” di Acri.

PUBBLICATO 07/08/2014





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