Egregio Direttore,
scusandomi per l’invadenza, vorrei replicare all’ultimo articolo del sig.r Saporito, nel quale – lui o qualche suo “consigliere” – dedica ampio spazio a me e non solo a me.
Non so cosa ci sia dietro questi attacchi e non mi interessa. Mi permetta, però, una velocissima replica.
Il sig.r Saporito accusa me (O CHI PER ME, CHI???) di volgari offese a un cronista, che mi ha beneficiato di un attacco, che, ripeto è IGNOBILE, BASSO E VOLGARE. Mi perdonerà, ma nella mia scala di valori, l’insinuazione di essere una venduta è un’offesa grave, dalla quale ho ritenuto opportuno difendermi, ricordando al cronista la mia storia. E lo stesso cronista deve averla ritenuta grave, tant’è vero che ha corretto il tiro postando l’articolo su un altro sito (http://www.acri.info/) dove la conclusione è nettamente diversa, sul modello “Boffo” familiare e non più personale. Ma si sa, i riferimenti familiari denigratori fatti da altri vanno bene, non sono gradite le repliche e i riferimenti positivi. Prendo atto.
A questo proposito: lei mi riprende per un fugace riferimento ma ritiene doveroso dedicare alla mia famiglia, o meglio a un suo componente, una lunga invettiva, carica di accuse, GRATUITE, di incapacità e volgarità.
Su quest’ultimo punto non mi soffermerò (non vorrei incorrere in un’altra sua rampogna!). Mi permetta solo di dirle che certi giudizi andrebbero motivati con fatti e rilievi, ma non è cosa che mi compete.
Evidentemente, lei è sensibile ai gradienti termici, così come io lo sono alla calura estiva.
Sull’ultima parte della sua invettiva, non mi soffermo, invitandola ad avere il coraggio di fare riferimenti precisi e circostanziati, uscendo dal metodo “Boffo”. Un cronista, come le si definisce, dovrebbe partire dai fatti e, poi, semmai commentare. Lei si limita a pescare nel torbido, facendo basse e ignobili insinuazioni, non degne di un cronista serio.
Sicura che, nel pieno rispetto della dialettica democratica, darà a questa mia replica lo spazio e la visibilità dovuta, la saluto cordialmente.