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Dissesto finanziario. Consiglio comunale sul piano di rientro. Servono otto anni per il risanamento. Previsti tagli e risparmi

Foto © Acri In Rete
Roberto Saporito
E’ di certo la più importante seduta da quando si è insediata la giunta Tenuta. Oggi, venerdì, il consiglio comunale dovrà occuparsi di bilancio di previsione ma soprattutto di piano di riequilibrio finanziario. Nella stessa seduta, prevista per le 9,30, il consiglio comunale dovrà anche approvare gli importi riguardanti Iuc, Tasi, Tari ed Irpef comunale nonché il programma triennale (2014/2016) dei lavori pubblici. Ma l’attenzione sarà tutta puntata sul cosiddetto Piano di riequilibrio finanziario da sottoporre alla Corte dei Conti che lo scorso anno aveva imposto al Comune di dichiarare lo stato di dissesto finanziario per i troppi debiti accumulati. Il Piano di rientro sarà illustrato in aula dal sindaco Tenuta che possiede anche la delega al bilancio.
Giovedì, però, i contenuti del Piano sono stati resi noti alla stampa da Ettore Iorio, docente Unical, esperto di diritto dei conti, nel corso di un incontro a cui erano presenti anche il sindaco, la giunta ed alcuni consiglieri comunali. Iorio è stato così comprensibile quanto esplicito ed in poco più di mezz’ora ha spiegato le azioni che l’amministrazione dovrà mettere in atto sin da subito: “il Comune potrà uscire da questo stato di sofferenza e di estrema difficoltà – ha detto Iorio - in otto anni ma solo effettuando una dura spending review, ovvero con tagli, risparmi, incassi dei tributi e lotta all’evasione.”
Quindi i numeri: “alla Corte non interessa tanto il debito totale, che ammonta a venti milioni, quanto il disavanzo di amministrazione che ammonta a dodici milioni, ovvero quattro derivanti dallo stralcio dei residui attivi, cioè tributi non incassati fino al 2010, e otto derivanti da debiti fuori bilancio, ovvero spese effettuate senza la dovuta copertura finanziaria.”
Poi le soluzioni: “l’amministrazione è attesa da un lungo e duro lavoro e da scelte impopolari per fare fronte ad anni di trascuratezza, negligenza e superficialità.
Da oggi il Comune dovrà spendere ciò che serve e non più ciò che vuole ma soprattutto dovrà mantenere le previsioni per evitare il dissesto. Per risanare i dodici milioni il Comune, in questi otto anni, punterà su un fondo di copertura, già disponibile, pari a 440mila euro, ai circa 500mila euro derivanti da maggiori entrate per la Tasi ma soprattutto ai risparmi che saranno effettuati nei prossimi tre anni. Nel 2014 i tagli ammontano a 700mila euro, nel 2015 a 900mila euro e nel 2016 ad oltre un milione. Inoltre, il Comune dovrà prendere seriamente in considerazione la possibilità di dismettere quel patrimonio immobiliare che non serve ed aumentare gli estimi catastali, oggi tra i più bassi d’Italia. C’è attesa anche riguardo la votazione del Piano.
Esso, di certo, sarà votato da tutti i consiglieri di maggioranza mentre la minoranza, Udc e Pd, potrebbe astenersi o abbandonare l’aula al momento del voto. Il Piano, poi, sarà inviato alla Corte dei Conti di Roma che dovrà pronunciarsi e decidere se dichiarare o meno lo stato di dissesto finanziario.  

PUBBLICATO 25/07/2014





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