“I disagi che interessano il centro di prenotazioni di via Viola, sono dovuti alla mancanza di personale.” Dopo le polemiche e le proteste, il direttore del distretto sanitario Valle Crati, Achille Straticò, indice una conferenza stampa per illustrare lo stato delle cose.
Lo fa proprio nel giorno in cui presso l’ufficio di via Viola si sono registrati ancora momenti di forte tensione tra utenti e dipendenti. Ieri mattina, infatti, ancora file, urla e proteste soprattutto quando lo strumento dispensa numeri è stato manomesso da ignoti. Ancora una volta è stato richiesto l’intervento dei carabinieri e non sono mancati le aggressioni verbali verso i dipendenti dell’ufficio.
Dice Straticò: “l’Asp, nella persona del sottoscritto e nel direttore generale Scarpelli, sta facendo di tutto per limitare ed eliminare i problemi annosi. Gli uffici di La Mucone e San Giacomo sono chiusi perché siamo a corto di personale, per questo motivo abbiamo chiesto alla Regione la proroga del rapporto di collaborazione per utilizzare gli impiegati di Calabria Verde, ovvero gli ex della Comunità Montana, anche per sei mesi, visto che essi sono senza mansioni. Abbiamo interpellato anche il sindaco Tenuta perché sia istituito un punto cup all’interno del Comune ed, infine, abbiamo chiesto al direttore sanitario dell’ospedale, De Paola, di poter disporre del personale sottoutilizzato dopo la chiusura di alcuni reparti. In tutti i casi – dice Straticò – siamo in attesa delle risposte nel mentre gli utenti hanno ragione a protestare.
Le lunghe file di attesa – aggiunge Straticò – sono dovute anche ad altri motivi quali lentezza della linea dei computer e la richiesta di troppe prestazioni, anche otto, all’interno di un’unica impegnativa. Confidiamo – aggiunge Straticò – nella collaborazione della Regione altrimenti la situazione è destinata a peggiorare quando il nostro personale andrà in ferie o in malattia.”
A margine delle dichiarazioni di Straticò c’è da aggiungere la presa di posizione della Regione, ovvero di Calabria Verde che è disposta a “prestare” i propri dipendenti a patto che le retribuzioni siano a totale carico dell’Asp. Situazione paradossale.
Da una parte l’Asp che soffre della carenza di personale ma non può permettersi assunzioni, dall’altra la Regione, da cui l’Asp dipende, che non è intenzionata a far trasferire i propri dipendenti, in mezzo una comunità che deve fare i conti con enormi  disagi destinati a continuare.