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Ginecologi, il Comune contro Scarpelli

Foto © Acri In Rete
Piero Cirino
Le recenti polemiche innescate dalle dichiarazioni del Direttore Generale dell’Asp, Gianfranco Scarpelli, circa l’atteggiamento tenuto dai ginecologi dell’ospedale cittadino di Acri, i cui certificati di malattia sono stati inviati alla procura della Repubblica, hanno alimentato un rinnovato senso di irritazione verso chi dice di voler potenziare i servizi del nosocomio e nei fatti va in altra direzione.
A dar voce a questo stato d’animo, con una nota, ispirata dall’assessore alla Sanità Pasquale Benvenuto, ieri è stata l’amministrazione comunale.
In merito all’emergenza assistenziale ostetrico – ginecologica dell’ospedale di Acri vi si legge -, acuitasi nelle ultime settimane ed enfatizzata anche da interviste televisive e articoli di stampa, l’assessorato alla Sanità, anche a nome del sindaco, come massima autorità sanitaria locale, esprime innanzitutto solidarietà umana e professionale ai due medici ginecologi di Acri, professionisti rispettati e conosciuti in un vasto territorio, che hanno svolto il loro lavoro sempre con la massima dedizione e rispetto delle leggi e dell’utenza, mai sottraendosi ai loro doveri, anche quando venivano coinvolti in situazioni di emergenza fuori orario e/o fuori turno. Dispiace oggi vederli paragonati sugli organi di stampa a “imboscati”, irrispettosi di chi un lavoro non ce l’ha.
Vogliamo ricordare – prosegue il comunicato – che il nostro ospedale già da tre anni ha subito la chiusura del punto nascita e del reparto di Ginecologia. Le procedure di mobilità del personale in esubero sono state effettuate tutte secondo le norme contrattuali
”.
I due medici ginecologi “sono rimasti per garantire, nel nostro bacino d’utenza, il servizio ambulatoriale ostetrico – ginecologico e del multidisciplinare, con turni articolati dalle ore 8:00 alle 20:00, da lunedì a sabato, e che oggi risultano ancora più necessari, considerata anche la chiusura del consultorio”.
Infatti “non si possono ridurre ulteriormente i servizi sul territorio nell’ambito di un’assistenza così particolare e delicata per il benessere della donna e che la stessa conferenza Stato – Regioni aveva sancito proprio in relazione alla chiusura dei punti nascita e che vedeva nel potenziamento dell’assistenza territoriale, anche attraverso i consultori, un punto di forza nell’integrazione territorio – punti nascita di riferimento, a tutela della salute della donna”.
Altra situazione “è quella delle ostetriche di San Giovanni in Fiore, dichiarate in esubero, pur dopo tre anni dalla chiusura del punto nascita di quell’ospedale, e messe in mobilità per l’ospedale Spoke di Castrovillari, con i relativi accordi sindacali. Esprimendo solidarietà in ogni caso con l’emergenza che oggi vive il reparto di Ginecologia di Castrovillari, si sollecitano i vertici aziendali a trovare soluzioni per quanto riguarda “urgenti e temporanee”, in attesa di risolvere definitivamente le problematiche di organico, senza tuttavia depauperare un territorio vasto e disagiato come quello di Acri, che ha già abbondantemente subito riduzioni di servizi e personale”.

PUBBLICATO 01/07/2014





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