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Superato lo Shock, la città si interroga

Foto © Acri In Rete
Piero Cirino
Ieri mattina ad Acri stata corsa in edicola e non poteva essere altrimenti.
Superato lo shock del ciclone giudiziario che ha investito la città, gli acresi avevano la necessità di capire di più e per questo si sono rivolti agli approfondimenti giornalistici.
I social network vanno bene quando si tratta di una forma di comunicazione orizzontale, ma se la notizia deve essere ammantata del sacrosanto crisma dell’autorevolezza è giusto rivolgersi agli organi di stampa.
Se invece i lettori cercavano sui giornali un responso giudiziario, sono inevitabilmente rimasti delusi.
Dai resoconti dell’indagine della Dda, che non ha finora portato all’emissione di alcun provvedimenti di fermo, si rappresenta uno scenario in cui ad Acri vi sarebbe una diramazione della cosca Lanzino in grado di condizionare pesantemente l’attività amministrativa. Questo inquieta gli acresi più del coinvolgimento dell’assessore regionale Michele Trematerra.
Numerose sono state le perquisizioni che martedì hanno interessato le abitazioni private e i luoghi di lavoro degli indagati.
Gli agenti del reparto operativo del comando provinciale di Cosenza e della compagnia di Rende hanno portato via documenti e copie di documenti che potrebbero fornire risposte soddisfacenti alle ipotesi degli inquirenti.
Sono stati anche in Comune, per chiedere ai funzionari copie di atti che si riferiscono al periodo sotto osservazione, cioè quello che va dal 2010 al 2013.
Tra gli uffici che hanno visitato c’era anche quello “Gare e Appalti”, ma qui è stato verificato che le vicende oggetto di indagine riguardano solo affidi diretti di lavori o incarichi, che quindi non sono passate attraverso gare pubbliche.
Nella serata di martedì in città si era addirittura diffusa la voce di provvedimenti di fermo a carico di tre funzionari del Comune, ma la notizia è stata poi smentita dagli inquirenti.
Acri sta vivendo queste ore con l’inquietudine di chi spera che su una vicenda simile si faccia piena luce al più presto.
Nella giornata di ieri non si sono registrate prese di posizione pubbliche, proprio perché si vuole aspettare che prima si depositi la polvere e poi provare a ragionare.
L’inchiesta della Dda fa inoltre giustizia dei commenti di chi aveva frettolosamente bollato come bufala la notizia data da un periodico nello scorso inverno circa intercettazioni captate da cimici che gli investigatori avevano posizionato in un noto bar del centro e i cui affetti sono stati probabilmente alla base del lavoro investigativo della Dda.


fonte “Il Quotidiano della Calabria” 12-06-2014

PUBBLICATO 13/06/2014





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