La Caduta di Gino Trematerra
Piero Cirino
Ha fatto rumore, per quanto tutto sommato attesa, la mancata rielezione al parlamento europeo di Gino Trematerra. Lo stupore sta soprattutto nei numeri con cui è maturata.
Il segretario regionale dell’Udc era arrivato a Bruxelles nel 2011 in seguito alla ratifica del Trattato di Lisbona, che ingrossava di una unità la rappresentanza italiana nell’europarlamento. Per farvi ingresso, Trematerra fu costretto a lasciare la poltrona di sindaco di Acri, conquistata nel 2010. Sul finire di quella campagna elettorale dichiarò solennemente che, in caso di incompatibilità, avrebbe scelto di fare il sindaco. Così non è stato. In questo passaggio probabilmente stanno molte delle ragioni che nel corso degli ultimi due anni hanno fatto registrare un preoccupante declino elettorale dell’Udc locale, che ha sacrificato prima Michele Trematerra, capolista al Senato lo scorso anno, e poi suo padre Gino. Nel primo caso la lista dello scudocrociato non arrivò a 2000 voti, nel secondo ha appena superato le 1200 preferenze. Gino Trematerra nel 2010 ricevette un preciso mandato dalla città: ti abbiamo votato per il tuo potere contrattuale, anche sull’onda della vittoria del centro – destra alle contestuali elezioni regionali, con il figlio Michele membro dell’esecutivo a guida Scopelliti. La delusione dell’abbandono per Bruxelles prima e le sorti dell’ospedale cittadino poi hanno fatto maturare un senso di delusione anche nell’elettorato di riferimento dell’Udc, che nelle ultime due consultazioni non ha neanche garantito il minimo sindacale dei duemila voti. La vicenda dell’ospedale è stata gestita malissimo, poiché proprio Trematerra senior aveva chiesto alla città un mandato in bianco, garantendo che nessuno avrebbe ridimensionato la struttura. Al di là dell’etichetta vuota di Spoke, il presidio “Beato Angelo” è ora destinato a diventare ospedale di montagna, avviato a un declino in corso già da qualche anno. Eppure nel centro presilano i Trematerra hanno vissuto momenti di esaltante consenso elettorale, in particolare tra il 2009 e il 2010. Alle Europee del 2009 addirittura Gino Trematerra superò i 4800 voti, così come vinse abbondantemente le Comunali dell’anno successivo. Era l’apice di un percorso che aveva portato l’ex collaboratore di fiducia di Casini a occupare posti di primo piano, come consigliere e assessore regionali e Senatore della Repubblica. Il laticlavio lo raggiunse per ben due volte. L’amara sconfitta dei giorni scorsi sbiadisce quelle vittorie in un tempo che dilata oltremodo la sua lontananza. In tutto questo non mancano le amarezze sul piano umano, come il ricorso partito proprio da Acri e teso a farlo decadere da parlamentare europeo e gli inevitabili calci del mulo di chi vede la corte dei miracoli del giorno prima girare le spalle a colui che era stato il potente cui “rivolgersi per”. E’ un classico della politica che rende attuale la massima di Marziale, per cui “la gratitudine è il sentimento della vigilia”. |
PUBBLICATO 30/05/2014
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