No alla damnatio memoriae
Jimmy Rosa & Giuseppe Pasqua
I novelli fantasmi dell’Opera dicono che partecipazione non è libertà, nei due articoli da noi scritti precedentemente molte frasi sono state interpretate ad uso e consumo personale, per carità, non che questo ci dispiaccia; duole ripeterlo ma ce l’aspettavamo, siamo stati tacciati di essere poco inclini alla libertà personale di ciascuno, ma a noi sembra esattamente il contrario, in effetti appena abbiamo espresso il nostro dissenso sull’iniziativa riguardante la revoca della cittadinanza onoraria di Benito Mussolini è piovuta su di noi una pioggia di critiche accompagnata da colte citazioni giusto per dimostrare che chiunque la pensi diversamente è un nemico da perseguire e possibilmente condannare, alla faccia della libertà! Solo per il semplice motivo che noi vogliamo dare voce a quella parte di cittadini acresi che non sono assolutamente d’accordo con questa controversa iniziativa, non vuol dire assolutamente aver vinto una scommessa, (quale scommessa?), non tutti possiamo pensarla in egual modo e ciò non vuol dire che Acri non sia una città senza giudizio.
Ritornando alle colte citazioni, i giovani Erik dell’Opera di Parigi hanno voluto ancora una volta far notare a tutti il loro parlare aulico e la cultura che contraddistingue da sempre una parte della sinistra, anche qui bisognerebbe capire che non tutti condividono quelle “poche ma sostanzialmente infinite” parole di Gaber. La libertà personale implica la possibilità di poter dire e pensare ciò che si vuole, correndo il rischio di essere giudicati anche con epiteti che non hanno nulla a che vedere con il nostro modo di pensare, ma di questo, ci importa molto poco. Leggere è importante, aiuta nel crearsi un’opinione personale e dà la possibilità di formarsi sotto molti aspetti, un libro non costringe a pensarla in un determinato modo, ma ciò non dà a nessuno il diritto di sbattere in faccia le proprie opinioni come parola del vangelo, e contrariamente a quanto è stato capito molto più spesso sono le “persone” ad imbonire. NESSUNO ha criticato il 25 Aprile, semmai sono stati altri a criticare uomini e soldati che sono morti ed hanno combattuto per difendere le proprie idee. Ringraziamo i promotori di questa iniziativa di essersi affidati agli strumenti democratici per portare a termine questa raccolta firme, ma non vediamo in quale altro modo avrebbero potuto farlo visto che, come viene spesso sbandierato con tanta enfasi, siamo in democrazia, e li ringraziamo per averci ricordato che per una raccolta firme occorre l’ausilio del documento di identità. Infine non ci fa che piacere spendere due parole per quanto riguarda la discussa iniziativa intrapresa dalla città di Torino, non è necessario uniformarsi per forza alla prima trovata di una qualsiasi città, bisognerebbe più che altro prendere esempio da città come Ravenna o Varese che non hanno voluto cancellare la storia. A questo punto allora potremmo anche copiare altre proposte, avevamo in mente di indire una petizione, per esempio a Bergamo hanno detto no al kebab, a Varallo no al burkini, a Vicenza è passibile di multa chiunque legga un libro su un prato pubblico, o potremmo rifarci ai nostri cugini francesi, a Chatéauneuf–du-Pape è vietato agli UFO di atterrare, ad Angoulème è vietato ai cani di radunarsi, ed infine sull’isola d’Aix a Sarpourenx ed a Cugnaux è assolutamente vietato morire per chiunque non possieda già una casa o una tomba; insomma è proprio il caso di dire che “la mamma dei cretini è sempre incinta”, ritornando sul tema di nostro interesse, la nostra speranza è che la maggioranza del consiglio comunale decida in linea con le città di Ravenna e Varese, “no alla damnatio memoriae”. |
PUBBLICATO 26/05/2014
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